Con Baci, Pivi prende uno dei cioccolatini più iconici d’Italia – il Bacio Perugina – e lo eleva a opera scultorea. Ha usato per la prima volta questo simbolo nel 1997, posizionando due Baci Perugina su un davanzale per Fuori Uso in Provincia. Mercato Globale, una mostra collettiva a Pescara. Quasi trent’anni dopo, quel gesto acquista un nuovo significato, rielaborato in bronzo inossidabile. Due cioccolatini si incontrano alla base, le loro curve metalliche e levigate intrecciate in un bacio senza tempo. E in questo abbraccio, il banale si fa profondo.
L’uso del bronzo in Baci
richiama You know who I am, la replica in grande scala della Statua della Libertà che Pivi ha realizzato per la High Line di New York. Se quell’opera riflette un simbolo di libertà, Baci immortala un istante di intimità, sospendendo l’effimero in una forma solida e duratura. Un materiale storicamente riservato a statue di eroi e leggende qui cattura la poesia scultorea di un piccolo piacere quotidiano.
Nella fusione di queste due forme, Pivi gioca con la dualità: intimità e produzione di massa, sensualità e branding commerciale, nostalgia e alchimia della trasformazione. Baci
è al tempo stesso un’opera ironica e profonda, un bacio che si prolunga nel tempo, fissato nella materia.