Homage to Modern Art
Date
28.10.2008 | 29.11.2008
Location
Massimo De Carlo, Milano
Una collettiva che pone insieme opere antitetiche, dal simbolismo di Redon all'astrattismo di Mosset; l'apparente vuoto della mancanza di significato, tipico dell'astrattismo, quasi il dispiegarsi di uno spazio in cui è infine possibile pensare, trova compensazione nell'eccesso di significato del simbolismo. Un omaggio al bifrontismo dell'arte moderna.Jim Shaw (Midland, Michigan, 1952), trae ispirazione per le sue opere dal mondo dei fumetti, dei 'b movies', dalla Pop Art, ricorrendo a un ampio repertorio di tecniche e mezzi: pennelli, matite, inchiostri, pennarelli, poliuretano, con cui realizza disegni, gouaches, oli su tela, fotografie ritoccate, installazioni, video.Olivier Mosset (Berna, 1944) assieme a Daniel Buren, Michel Parmentier e Niele Toroni ha dato il via negli anni '70 alla rimessa in discussione della pittura come semplice atto pittorico. In mostra quattro pannelli bianchi in formica che compongono un quadrato bordato di giallo: una forma artistica pura, altamente concettuale e scevra da ogni referente reale.I nuovi lavori di Diego Perrone (Asti, 1970) riescono a coniugare con estrema libertà tecniche espressive diverse e intuizioni poetiche inedite, attualizzandole con un robusto impianto di metodologie tradizionali (pittura, disegno, fotografia). Odilon Redon (Bordeaux, 1840 - Parigi, 1916), si colloca a pieno titolo nell'ambito del Simbolismo tardo ottocentesco. Artista di visioni liriche e mistiche, intreccia nella sua produzione miti classici e temi tipici del suo tempo, pieni di quell'ambiguità fondata sullo strano, sul bizzarro e sul grottesco che non mancherà di suscitare l'interesse dei surrealisti. Le incisioni in mostra sono tratte dalla serie che illustra Les fleurs du mal di Baudelaire (1857).Steven Claydon (Londra, 1969), lavorando con pittura, disegno e scultura, si appropria di stili e figure della storia per tracciare provocanti paragoni tra problematiche attuali e ideologie passate: la storia, vista in termini retrospettivi e soggettivi, è fatta oggetto di venerazione scettica e indagata nel suo aspetto di 'veritas' autentica.Ian Hamilton Finlay (Nassau, Bahamas, 1925), autore anche di racconti e commedie, lavora sull'aspetto visivo delle parole, arricchendo le sue opere tridimensionali con frasi enigmatiche o nomi celebri. In mostra una serie di mattoni allineati a terra, sui quali è impresso il nome del vate latino Virgilio, e una lapide con un epigramma di Rousseau.