turning pages in the book of love
Massimo De Carlo presenta turning pages in the book of love, la prima mostra personale dell’artista americano Jim Hodges in galleria, le cui opere sono state concepite e realizzate per gli spazi storici di Palazzo Belgioioso a Milano.
Nella prima sala un gioco di luci e ombre accompagnano lo spettatore all’interno di una stanza (grande come lo spazio che la contiene) al cui interno si trova un mobile di legno composto di diversi strati, laccato, coperto d’oro e con inserti di seta, che a sua volta ospita una scultura costruita di vetro e di luce. Al centro della seconda stanza due mani scolpite in marmo bianco Michelangelo, adagiate su una roccia di marmo nero di Colonnata, custodiscono una rosa d’oro. La stanza è illuminata da un dittico composto di due grandi dipinti rossi - parte di un nuovo corpo di lavoro di Jim Hodges in cui ogni quadro è creato grazie alla sovrapposizione di strati di vernice, glitter e altri materiali - che sottolinea l’interesse dell’artista per l'istantaneità e la gestualità del processo creativo. Nella sala più piccola, che nel diciottesimo secolo era la sala da lettura della biblioteca di Palazzo Belgioioso, una tenda di velluto rosso, imponente e solenne, cela al suo interno due mani intrecciate che proteggono un piccolo oggetto prezioso. Nel giardino del palazzo, usato qui eccezionalmente per la prima volta, l’artista ha collocato una scultura di bronzo nero e dorato che trasfigura le radici di una sequoia gigante.
L’universo artistico di Jim Hodges è stato caratterizzato dalla fine degli anni ’80 dall’utilizzo combinato di materiali poveri e preziosi. L’artista, grazie alla sua direzione e piccoli gesti, trasforma oggetti della vita quotidiana in luoghi metafisici in cui il personale, il politico e l’universale si confondono. La pratica artistica di Hodges – le cui serie di opere utilizzano molti processi creativi e modalità di produzione – resiste alle definizioni tradizionali e offre spunti di riflessione sull’identità e sulla moralità. Materiali come il bronzo, il glitter, i tessuti, l’oro, il marmo o il vetro diventano parte integrante della costruzione di un discorso sulla fragilità e sull’effimero, sull’amore e sulla morte.
turning pages in the book of love è la prima mostra di Jim Hodges a Milano.
Artista
Jim Hodges è nato nel 1957 a Spokane Washington; vive e lavora tra Milano e New York.
Noto per la sua profonda capacità di infondere emozioni negli oggetti di uso quotidiano, Hodges realizza opere delicate incentrate sulla temporalità, la vita e l'amore. Rifacendosi alla natura e al suo lessico, la pratica artistica di Hodges spazia dalle sue prime sculture murali alle ampie rappresentazioni di alberi rigogliosi, fino all'incorporazione di foglie dorate e mosaici a specchio negli anni 2000. Hodges trasforma materiali umili e semplici attraverso il suo tocco artistico, unendo nel processo disegno e scultura. Questi atti di trasformazione sono ricordi evocativi di desiderio e perdita, e contribuiscono alla costruzione di una nuova identità.
Le opere di Hodges sono presenti nelle collezioni permanenti del Whitney Museum di New York, del Guggenheim Museum di New York, del Museum of Modern Art di New York, dell'Art Institute di Chicago, del San Francisco Museum of Modern Art, del Dallas Museum of Art, del Miami Art Museum, dell'Hirshhorn Museum and Sculpture Garden di Washington D.C., del Walker Art Centre del Minnesota e del Centre Pompidou di Parigi.