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The Parrinos

Date
18.09.2019 | 15.02.2020
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OTHER

Massimo De Carlo inaugura la nuova stagione con la mostra The Parrinos che presenta opere di Steven Parrino e dei suoi amici e colleghi John Armleder, Olivier Mosset, Cady Noland e Günther Förg.

Il mito di Steven Parrino nasce dal radicalismo punk che permea ogni suo gesto e ogni sua opera, dalle inconfondibili tele monocrome, accartocciate o squarciate, ai collage di fotografie, dai disegni ai film, dall’uso del video all’interpretazione di performance. Al centro del lavoro di Parrino c’è l’assoluta convinzione che “il radicalismo deriva dal contenuto e non necessariamente dalla forma” e tale convinzione è nata da una profonda comprensione della pittura e delle avanguardie.

The Parrinos è una mostra che esplora la relazione e le influenze reciproche tra le opere degli amici contemporanei a Parrino, tra cui John Armleder, Olivier Mosset e Cady Noland. Günther Förg fu l’unico, tra le figure presenti in mostra, a non avere rapporti diretti con gli altri artisti. Quest’ultimo, insieme ad Armleder e Mosset, servì come controparte a questo gruppo dallo spirito punk tenuto unito da Steven Parrino. Förg fu infatti un grande ammiratore e collezionista dell’opera di Parrino, ammirazione visibile chiaramente nelle grandi tele astratte che l’artista tedesco infonde di pessimismo esistenziale.

La mostra si apre con una delle iconiche tele squarciate di Parrino, Crowbar (1988) con in sottofondo le canzoni degli Electrophilia - band in cui militava Parrino - che guidano il visitatore nello studio dove la musica dialoga con l’opera FS Richoux/Rocket (2013) di Armleder in cui due tele dipinte a spray convivono con una chitarra elettrica.

Al centro del grande salone troneggia una Harley Davidson fiammante, opera di Olivier Mosset, Untitled (2019), da sempre biker appassionato, che dialoga con Warped Hole (1992) di Parrino, una tela argentata, distorta nella sua dimensione, con un grande foro scavato nel materiale. A sinistra della moto di Mosset, Armleder offre un’interpretazione personale dei limiti del readymade, presentando Se-Kure Domes II (1998-1999), una serie di cupole convesse utilizzate di norma per la sicurezza dei negozi o degli spazi pubblici.

Nel fumoir compaiono un acrilico bianco e nero di Steven Parrino No Title Painting (2000) e quattro opere più piccole ispirate dall’iconografia punk rock e, appoggiata al muro, la grande serigrafia su alluminio di Cady Noland Untitled (1989).

Nella sala da pranzo cumuli sparsi di luci al neon, Untitled (FS) (1998), di John Armleder, sono appoggiati casualmente uno sull’altro sul pavimento della stanza e elevano a opera d’arte oggetti industriali comuni e di poco valore, salvati e trasformati dal gesto dell’artista. Sulle pareti compaiono altre opere che nascono dallo stesso atteggiamento distante e nichilista: o.T. (1974) di Olivier Mosset in cui l’artista riproduce lo spirito e lo stile di un altro artista celebre – e fino a quel momento suo amico e compagno di avventura – e la tela deformata di Steven Parrino Untitled (1989).

Blob Fuckhead Bubblegum (1995) indaga il confine tra pittura e scultura: costruita con oltre cento metri di tela dipinta di rosa, viene esposta qui in prestito dal Le Consortium di Digione. Le ossessioni sono uno un filo conduttore della pratica degli artisti in mostra: Untitled (1995) ritrae esplosioni di colore su una tela di grandi proporzioni. Förg ha indagato lo stesso soggetto molte volte sottolineando con i suoi gesti la sua distanza tra la sua persona e la sua opera. Negli stessi spazi appare un intervento pungente sulla cultura americana di Cady Noland in Fast and Cheap (1989) e sei dipinti monocromi di Mosset, Untitled (2006), che offrono un ritorno alle radici della pittura radicale.

Un dipinto murale di Armleder ricopre interamente l’angolo della camera da letto di fronte a una serigrafia su alluminio di Cady Noland, Tanya as a Bandit (1989). La tela in bronzo, Untitled (1995), di Günther Förg è in netto contrasto con Red (2017) di Mosset e l’opera Repulsion Painting n. 2 (1992) di Parrino: le tre opere indagano in maniera diversa ma complementare la relazione tra materia e gesto e dunque tra la cultura punk e la società con le sue regole indiscutibili.

The Parrinos è un viaggio che attraversa la vita e la carriera di questi artisti leggendari mentre riscrive la storia dei primi anni della galleria Massimo De Carlo: Steven Parrino, Cady Noland, Olivier Mosset, John Armleder e Günther Förg hanno disegnato un percorso unico nella storia dell’arte contemporanea muovendosi con i mezzi espressivi del minimalismo, dell’astrazione e del ready made ma resistendo aggressivamente a ogni forma di classificazione e di etichetta.

Opere

ARM 121 001
Untitled (FS)
1998
John Armleder
ARM 448 A 001
FS 202
1988
John Armleder
ARM 473 A 001
Hell Hole
2019
John Armleder
ARM 478 A 001
Untitled
2019
John Armleder
FOE 018 A 001
Untitled
1995
Günther Förg
FOE 021 A 001
Untitled
1990
Günther Förg
MOS 079 A 001
Red
2017
Olivier Mosset
MOS 083 A 001
Untitled
2006
Olivier Mosset
MOS 087 A 001
o.T.
1974
Olivier Mosset
MOS 088 A 001
Untitled
2019
Olivier Mosset
PAR 004 001
Untitled
1988
Steven Parrino
PAR 078 A 001
Crowbar
1988
Steven Parrino
PAR 070 001
Untitled
1998
Steven Parrino