Date
12.10.2015 | 21.11.2015
Galleria
London
File
OTHER

La galleria Massimo De Carlo è lieta di presentare Stigma, la terza mostra personale degli Elmgreen & Dragset negli spazi milanesi di Via Ventura, dal 3 maggio al 27 giugno 2015. Stigma presenta un nuovo corpo di lavori intitolati Side Effects – una serie di vasi in vetro realizzati su misura e installati nella sala principale. La forma di questi vasi in vetro soffiato è quella di un’urna, anche se leggermente più sottile, con un’altezza che varia dai 50 ai 90 cm e sono riempiti con i coloranti utilizzati per rivestire le pillole di ultima generazione per sconfiggere l’HIV, come la Truvada, l’Atripla, il Stribild e l’Isentress. I pigmenti color pastello – pesca, rosa, verde menta e azzurro – evocano un senso d’innocenza e presentano una facciata apparentemente innocua, persino attraente quasi fossero caramelle, che contraddice la reale tossicità dei farmaci stessi.

Utilizzando e allo stesso tempo sovvertendo i principi del minimalismo, la serie Side Effects può essere vista all’interno del contesto storico che racchiude i lavori di Roni Horn e Felix- Gonzales Torres, oppure come un rivisitazione aggiornata del lavoro PLA©EBO del 1991 del collettivo di artisti General Idea. Tuttavia l’HIV oggi non è più considerata una malattia mortale, con i nuovi farmaci, infatti, i pazienti possono sperare in una vita quasi normale, anche se gravata dagli effetti collaterali delle cure. Nonostante le cifre record dei contagi fra i giovani degli ultimi anni, i media sembrano aver perso il loro interesse, l’HIV non è più un argomento sensazionale. I vasi di Elmgreen & Dragset sono distribuiti in gruppi da due o tre vasi, oppure singolarmente, secondo il dosaggio delle pillole prescritte giornalmente e la combinazione delle pillole fra loro. I vasi sono esibiti su bassi plinti in acciaio inossidabile, che ricordano lo sterile interno di un laboratorio o l’estetica tipica di Donald Judd.

Nella seconda stanza della galleria gli Elmgreen & Dragset fanno entrare lo spettatore in un ambiente intimo, in forte contrasto con la sala precedente, presentando un unico lavoro scultoreo intitolato TRACES, una singola stella filante appesa a una lampada da parete accesa, come se fosse stata dimenticata dopo una festa. I colori pastello del calco metallico della stella filante sono simili a quelli dei pigmenti dei vasi di Side Effects.

Nel corso degli anni ‘90, l'AIDS era un argomento frequente nei lavori degli artisti più conosciuti, ma oggi appare molto meno nel contesto dell'arte contemporanea. Con Stigma, gli Elmgreen & Dragset fanno di nuovo riferimento alla malattia, anche se in questo momento i trattamenti medici sono diventati più gestibili grazie ai nuovi farmaci disponibili sul mercato. Il titolo Stigma pone l’accento sulle conseguenze sociali e i pregiudizi persistenti che ancora continuano a circondare la malattia.

Elmgreen Dragset Photo Andrea Rossetti Pw Ve5 L
Elmgreen & Dragset

Michael Elmgreen è nato nel 1961 a Copenaghen, in Danimarca; Ingar Dragset è nato nel 1969 a Trondheim, Norvegia; lavorano come duo di artisti dal 1995. Vivono e lavorano a Berlino. Con l'intento di svelare e ridefinire il mondo dell'arte, le sue istituzioni culturali e la loro fruizione da parte del pubblico, Elmgreen & Dragset traggono ispirazione dal mondo quotidiano, criticando attraverso un forte e inquietante senso dell'umorismo la struttura sociale e politica contemporanea. Sono noti per le loro numerose installazioni architettoniche e performative pubbliche, tra cui Prada Marfa, un negozio Prada situato nel mezzo del deserto del Texas realizzato nel 2005, e Short Cut, dove nel 2003 spuntavano due auto dalla Galleria Vittorio Emanuele di Milano , prodotto insieme alla Fondazione Nicola Trussardi. Elmgreen & Dragset sfidano costantemente il loro pubblico e il suo immaginario attraverso la creazione di immagini tanto scioccanti quanto spettacolari.


Elmgreen & Dragset sono stati nominati curatori della 15a Biennale di Istanbul (2017). Hanno ricevuto una menzione speciale alla 53a Biennale di Venezia (2009) per The Collectors ai padiglioni danese e nordico e hanno vinto il prestigioso Preis der Nationalgalerie für Junge Kunst all'Hamburger Bahnhof di Berlino (2002).