Piotr Uklański
Date
16.12.2007 | 15.02.2008
Location
Massimo De Carlo, Milano
Domanda: Che cosa hanno in comune il Comunismo, il Partito dell'Amore, le colate di sangue, il concetto di Eurotrash e la top model Stephanie Seymour?Risposta: Piotr UklańskiLa Galleria Massimo De Carlo ospita la nuova mostra di Piotr Uklański. Piotr Uklański nasce a Varsavia nel 1968. Studia pittura all'Accademia delle Belle Arti di Varsavia e fotografia alla Cooper Union School for Advancement of Science and Art di New York.Riesce a imporsi sulla scena artistica newyorkese verso la metà degli anni '90 con un'opera emblematica - Untitled (Dance Floor) - una scultura che riunisce in sé l'eredità del minimalismo e la mescolanza di arte e spettacolo tipica dell'età contemporanea. Dividendosi fra Varsavia e New York, Uklański dà vita a un'opera proteiforme, che utilizza le più differenti tipologie di media (scultura, fotografia, collage, performance e film) e assorbe indistintamente i più svariati riferimenti culturali. Il suo lavoro è stato esposto a livello internazionale in molteplici contesti, tra cui il Museo d'Arte Moderna di New York, la 50. edizione della Biennale di Venezia, la 26. Biennale di San Paolo, il Centre Pompidou di Parigi, il Ludwig Museum di Colonia e la Kunsthalle di Basilea.L'opera di Uklański spesso suscita reazioni polemiche, dato che l'artista non esita a trattare i temi potenzialmente più controversi. La sua serie fotografica The Nazis, ad esempio, causò delle proteste quando fu esposta alla Galleria The Photographers di Londra nel 1998, mentre alla Galleria Zacheta di Varsavia, nel 2000, venne distrutta per una trovata pubblicitaria messa in scena da un famoso attore polacco. E, d'altro canto, il suo cartellone Untitled (Pope John Paul II) esposto per le strade di Varsavia assurse automaticamente a memoriale dopo la morte del pontefice, avvenuta nel 2005. Uklański ha partecipato nel 2005 alla Biennale di Lione e ha creato un monumento temporaneo all'amicizia franco-polacca - Untitled (La Flamme Eternelle) - collocato nella Place du Trocadero a Parigi. Nel 2006 ha avuto una personale al Centre for Contemporary Art di Varsavia. Nello stesso anno le sue opere sono state esposte in occasione della presentazione della collezione di François Pinault a Palazzo Grassi. Il suo primo lungometraggio, Summer Love: The First Polish Western (2006), viene proiettato per la prima volta al Festival del Film di Venezia. Uklański si appropria di uno dei più classici generi del cinema - il western - per creare un film allegorico, in cui la frontiera del Wild West dell'America del passato si trasferisce nell'Europa post-comunista di adesso. Girato nel sud della Polonia con un cast prevalentemente polacco, anche se i dialoghi sono in lingua inglese, il film passa in rassegna personaggi banali ma caratteristici, che si impongono con straordinaria evidenza allo spettatore abituato al mito dell'Ovest americano tramandato dai western degli anni '50, '60 e '70. Il film di Uklański è al contempo "copia di copia" se si pensa agli "spaghetti western" europei in rapporto agli originali americani. Come dice lo stesso Uklański, il suo film si avvale del genere cinematografico più ampiamente codificato per affrontare tematiche di autenticità culturale. Con una straordinaria cinematografia e brillanti esecuzioni, tra cui la comparsa della star di Hollywood Val Kilmer, Summer Love funge non solo da dichiarazione programmatica di intenti, ma anche da autentico film western che va ad aggiungersi alla già imponente tradizione del genere. Il film è stato proiettato al Whitney Museum nell'autunno 2007, e passerà poi al Walker Art Center di Minneapolis e alla Tate Modern di Londra. È stato nominato per il Gucci Group Award nel 2007 e sarà distribuito in molti paesi nel corso del prossimo anno.
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