Paesaggi
Massimo Bartolini
Massimo De Carlo presenta Paesaggi, la quarta mostra personale di Massimo Bartolini negli spazi di Via Ventura.
Il paesaggio è un tema ricorrente nel lavoro di Massimo Bartolini, sia come luogo della contemplazione, e dunque di esclusione, sia come luogo in cui si origina l'astrazione. In Paesaggi Massimo Bartolini presenta per la prima volta nella sua carriera una serie di quadri ad acrilico. I soggetti di questi nuovi dipinti sono paesaggi di catene montuose che hanno origine dal profilo di alcune statue e monumenti, soprattutto della città di Philadelphia, resi orizzontali e annientati nel suggerire le linee e le ombre delle montagne. Questo processo ricorda certe immagini di monumenti abbattuti che, cadendo al suolo si frantumano, si de-antropizzano tornando a essere sassi, monti, natura. L’artista sembra come invertire il processo michelangiolesco di estrarre la figura dalla roccia “per forza di levare”: l’immagine, in queste opere, è invece respinta dentro la montagna.
L’idea della metamorfosi sembra risuonare in tutte le opere della mostra. Le tele dipinte ad acrilico che si trovano al piano superiore della galleria hanno come soggetto statue mutate in monti, come se fossero figure umane che hanno perso la loro postura eretta. Come Gregor Samsa delle Metamorfosi Kafkiane, con il quale questi dipinti condividono quell’aspetto d’isola solitaria in mezzo ad uno spazio familiare e ameno, allo stesso tempo, solo nel titolo mantengono un ricordo della loro origine (Rocky, The Shade, Wayne).
È ancora la metamorfosi di un oggetto in paesaggio a guidare un'altra delle opere in mostra, nella seconda sala della galleria, dal titolo Cloud's Club: l’opera è una grande clava di cartapesta ispirata a una clava del ‘600 di una statua di un Ercole da giardino e realizzata dai maestri dei carri di carnevale di Viareggio. L’oggetto, ingigantito e fatto con un altro materiale si tramuta in nuvola, appesa a un muro come un'arma inoffensiva e buffonesca.
Assieme a Cloud’s Club si colloca anche una scultura in bronzo, la cui forma ricorda il plastico di una catena montuosa o quello di un cadavere, intitolata Giacometti Landscape, ricavata anch'essa dall’ "abbattimento con aggiunte" di Femme de Venise 1 di Alberto Giacometti.
Nella prima sala della mostra sono presenti delle variazioni su lavori storici dell’artista, le Rugiade, che propongono un'esperienza più fisica e meno contemplativa del paesaggio: il quadro cambia colore a seconda della posizione dello spettatore e così la sua superficie bagnata. Per una volta il paesaggio bussa alla finestra e mima la sua presenza con un sonoro “io sono qui”.