On ne fait pas ça
MASSIMODECARLO è lieta di presentare On ne fait pas ça, l’ultima mostra personale dell'artista svizzero John Armleder. Accogliendo gli stimoli più diversi, dalla decorazione al kitsch, dall’astrazione geometrica al design di mobili, il lavoro di Armleder mette in crisi i confini dell’arte e del suo mondo.
Armleder sfida le convenzioni dell'arte in ogni sua rappresentazione e forma, dalla realizzazione delle opere alla loro installazione. Vicino al movimento Fluxus degli anni Sessanta e associato al Groupe Ecart di Ginevra, Armleder si ispira all'etica del compositore e artista americano John Cage. On ne fait pas ça presenta una retrospettiva del suo lavoro che va dal 1994 al 2023, dalle iconiche sculture di mobili ai suoi più recenti “pour paintings”.
Il titolo della mostra, On ne fait pas ça – “questo non si fa” in francese, è stato scelto in modo serendipico, così come ci ha abituato John Armleder: l’artista infatti accetta la casualità e la spontaneità nel suo lavoro, accogliendo frammenti di conversazioni, libri, film, canzoni o qualsiasi altro incontro interessante o curioso possa attirare la sua attenzione e stimolare la sua ispirazione. Il caso, la casualità, il rischio, il coraggio, la sfida, l’antagonismo verso ogni convenzione prestabilita sono aspetti integrali della pratica artistica di John Armleder. In un'intervista del 2011 per ARTFORUM, l’artista racconta: "Ho deciso che era giusto fare opere che assomigliassero a cose già fatte: se erano cose che mi piacevano, era una ragione sufficiente per rifarle. Dopo tutto, questo è un modo antico di fare arte. Si guarda qualcosa che piace e si cerca di fare la stessa cosa nel proprio modo, possibilmente migliore".
In omaggio a Marcel Duchamp, Armleder incorpora spesso oggetti trovati e crea opere simili ai readymade. Tra queste, spicca Ciliata (FS), 1994, in cui un copertone di trattore viene riutilizzato come contenitore per una pianta in vaso, riecheggiando le influenze del giardinaggio urbano. Questo readymade "vivente" illustra il talento di Armleder nell'infondere agli oggetti comuni un'intenzione nuova.
Allo stesso modo, Armleder infonde nuova vita alle proprie creazioni, come nel caso di OLD POTRERO, 2023 (1985), originariamente concepito come un dipinto a bersaglio nel 1985, ora trasformato in uno dei suoi “pour paintings”: la costante reinvenzione e il cambiamento continuo sono una delle cifre espressive dell'artista e convivono con la ripetizione di schemi e modalità che provengono da opere precedenti.
Alcune opere nella mostra sono utilizzare da John Armleder con ironia per “arredare” la Casa Corbellini-Wassermann: tra questi alcune opere notevoli come la scultura Sans Titre, 1996, i lettini per animali con piedistallo, parte dell’installazione Woofly, 2023 (in collaborazione con 43Mousse), e Blue John (Fluorine), FS, 2003. Nel progetto espositivo emergono una serie di straordinari “pour paintings” in cui l’artista, partendo dal dinamismo dell'action painting americana degli anni Cinquanta e Sessanta, sperimenta materiali e reazioni diverse e imprevedibili.
Nel 2014 John Armleder ha detto che "l'artista è un danno collaterale all'arte" sottolineando il ruolo dello spettatore come interprete finale e co-creatore di significato delle opere e delle mostre e ponendo l'artista come mero tramite dell'espressione artistica. Questo sentimento continua a informare la pratica di Armleder, e sottolinea il suo impegno perché siano le opere a parlare da sole.
In On ne fait pas ça, Armleder ci invita in un mondo in cui l'arte trascende le semplici narrazioni, incarnando l'essenza di un artista che naviga abilmente nell'interazione tra caso, intenzione e interpretazione.
Artista
John Armleder è nato a Ginevra nel 1948, ed è qui che vive e lavora.
La sua carriera abbraccia cinque decenni e sintetizza molti degli sviluppi estetici associati a quel periodo. Studente di Fluxus a Ginevra negli anni '60 e fondatore del gruppo Ecart, Armleder è stato poi associato, negli anni '80, al concettualismo neogeometrico. Armleder, rinomato per la varietà del suo lavoro, combina lo spirito Fluxus e la pittura astratta, il readymade e la scultura, la performance e grandi installazioni. Come pittore, scultore e artista performativo, Armleder pone costantemente interrogativi su cosa sia l'arte, su cosa possa fare e su cosa sia consentito. Dalle installazioni di dimensioni ridotte ai dipinti astratti, dai quadri geometrici costruttivisti alle sculture di mobili e alle carte da parati con motivi, la sua arte assume, per sua stessa ammissione, gli attributi della pittura suprematista, della scultura minimalista, dell'arte concreta e dei readymade dadaisti, tra gli altri movimenti.
Le sue opere sono presenti nelle collezioni permanenti di molti musei, tra cui il Centre Pompidou di Parigi, il Museum of Modern Art di New York, il Long Museum di Shanghai, Cina, il Getty Research Institute di Los Angeles, il Kunstmuseum di Basilea, Svizzera, la Fondazione Museion - Museo d'Arte Moderna e Contemporanea di Bolzano e il Moderna Museet di Stoccolma, Svezia.