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MY MAMA TOLD ME YOU WAS A PROBLEM, BITCH 

Date
15.01.2025 | 15.02.2025
File
COMUNICATO STAMPA
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MASSIMODECARLO è lieta di presentare My Mama Told Me You Was a Problem Bitch, la seconda mostra personale dell’artista Alvaro Barrington a Milano.

Con la sua pratica artistica, Barrington esplora i molteplici aspetti dell’identità culturale afroamericana, confrontandosi con le tensioni tra visibilità estrema e invisibilità sociale. Il suo lavoro, radicato in una complessa relazione con l’America, le sue dinamiche sociali ed economiche, è un continuo atto di trasformazione e immaginazione. Ispirandosi ai principi dell’Arte Povera, Barrington utilizza materiali non convenzionali – cemento che diventa tela, corde che si trasformano in fondali, e cassette del latte che assumono l’aspetto di vetrate – per costruire un racconto personale americano.

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Il titolo My Mama Told Me You Was a Problem Bitch evoca l’energia del rap degli anni ’90, un genere che ha ridefinito l’immaginario culturale con il suo spirito diretto, le emozioni crude e i commenti senza filtri sulla vita. Barrington si ispira al ritmo di cinque brani iconici – Mo Money Mo Problems di The Notorious B.I.G., 99 Problems di Jay-Z, Life’s a Bitch di Nas, Wonder Why They Call U Bitch di Tupac e Mama Said Knock You Out di LL Cool J – per rendere omaggio a un’epoca in cui musica e parole taglienti diventavano simboli di resistenza e autoaffermazione.


La mostra presenta tre nuclei di opere che esplorano, con l’uso di materiali inconsueti, le condizioni di vita e le esperienze culturali afroamericane. Corde di juta, cemento, denim e cassette del latte – materiali associati al lavoro, alla sopravvivenza e al movimento – sono elementi centrali nella narrazione di Barrington, che reinterpreta il paesaggio americano attraverso il loro utilizzo.

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Le opere in corda di juta presentano la vastità dei paesaggi americani, e al tempo stesso alludono al peso storico della tratta atlantica degli schiavi. Organizzate in composizioni orizzontali e verticali, queste opere richiamano la struttura di un paesaggio pittorico, intrecciando storie di migrazione e spostamento. Le lastre di cemento, incorniciate in denim – tessuto simbolico della classe lavoratrice americana – sono decorate con delicati disegni a matita che raffigurano piccioni, tori e cervi. Questi simboli, apparentemente semplici, nascondono significati profondi: i piccioni, onnipresenti ma spesso ignorati, riflettono la resilienza della vita quotidiana, mentre tori e cervi richiamano la centralità del basket nella cultura afroamericana, incarnando forza, aspirazione e orgoglio. I disegni a matita, quasi evanescenti sul cemento ruvido, si ispirano al romanzo Invisible Man (1952) di Ralph Ellison, che esplora il tema della visibilità sociale attraverso la storia di un protagonista anonimo che affronta discriminazioni e ingiustizie. Questi disegni sembrano sparire in certe angolazioni, sottolineando la fragilità e la mutevolezza dell’identità.

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Nelle sue opere astratte, Barrington sperimenta con materiali come cemento stratificato su cartone dipinto e strappato. Questi lavori si arricchiscono di riferimenti della storia dell’arte, tra cui Homage to the Square di Josef Albers, The Swimming Pool (1952) di Matisse e i Concetti spaziali di Lucio Fontana. Incorniciati da denim e tondini d’acciaio industriali, i lavori evocano le texture della vita urbana, dove materiali e storie si mescolano, si spezzano e si ricostruiscono.

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Un altro gruppo di opere rende omaggio a Kobe Bryant, icona del basket che trascorse parte della sua infanzia in Italia. L’evoluzione dell’immagine pubblica di Bryant, modellata da narrazioni mediatiche e traguardi personali, è rappresentata attraverso pennellate gestuali ispirate a Willem de Kooning. Le opere includono pannelli di cartone sagomati e incorniciati da cassette del latte, che richiamano i canestri improvvisati dei campetti che frequentava Barrington. Riempite come vetrate colorate e illuminate dall’interno, queste cornici ricordano l’atmosfera spirituale delle chiese, pur mantenendo un legame con l’estetica del collettivo artistico AfriCOBRA.


Il lavoro di Barrington si distingue per la sua capacità unica di unire influenze apparentemente lontane – dall’Arte Povera ai disegni di animali di Pablo Picasso, dalle incisioni di Francisco Goya al linguaggio visivo audace dell’hip-hop. Con My Mama Told Me You Was a Problem Bitch, Barrington crea un intreccio di ritmi, materiali, riferimenti culturali e storie personali. Le sue opere riflettono il suo viaggio personale e collettivo, muovendosi tra omaggi e atti di ribellione, ma sempre con autenticità. In questa mostra, identità, memoria e mito si incontrano, dimostrando come l’arte riesca a connettere il vissuto individuale con l’universale.

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0 Portrait of Alvaro Barrington at Tate Britain 2024 Photo Tate Jai Monaghan 15
Alvaro Barrington

Alvaro Barrington è nato in Venezuela (1983, Caracas) da genitori haitiani e grenadiani ed è cresciuto tra i Caraibi e Brooklyn, NY. Attualmente vive e lavora a Londra. La sua pratica artistica è multidisciplinare e riflette sulle storie di produzione culturale e sul loro scambio. Pur considerandosi in primo luogo un pittore, il suo processo di creazione di immagini è di ampio respiro, in quanto le sue opere includono l'applicazione di diversi materiali non tradizionali, come cemento, legno, tessuti, filati, iuta, cartone, vestiti, cartoline, stampe, disegni e fotografie. Per l'artista, ogni mezzo ha numerose possibilità ed è uno strumento per rappresentare narrazioni culturali individuali e collettive. I soggetti ricorrenti sono primi piani di volti, parti del corpo e piante equatoriali. I riferimenti sono visibili nell'uso di immagini come i fiori di ibisco, il Rinascimento di Harlem del XX secolo, Marcus Garvey, la cultura hip-hop degli anni '90 come Tupac e l'ispirazione da pratiche di altri artisti come Willem de Kooning, Joseph Beuys e Robert Rauschenberg. Le sue opere esplorano tematiche diverse, come la migrazione, la nazionalità, l'autostima, la sessualità, il tempo e il regno digitale. Barrington è anche attivamente coinvolto in varie pratiche comunitarie, come associazioni di beneficenza, concerti, performance e spettacoli. Ritenendo che l'arte debba essere accessibile alle comunità nei luoghi pubblici, Barrington partecipa all'organizzazione del Carnevale di Notting Hill dal 2019. Nel 2022 è stato il produttore di Queen of the Caribbean, il palco principale del Notting Hill Carnival.


Barrington è l'artista selezionato per la Commissione Tate Britain del 2024.