L’Ultimo Sorriso. Le Dernier Sourire. The Last Smile
Massimo De Carlo presenta L'Ultimo Sorriso, Le Dernier Sourire, The Last Smile, una nuova mostra personale di Yan Pei-Ming.
Nato a Shanghai nel 1960 e cresciuto durante la Rivoluzione Culturale in Cina, dal 1982 vive e lavora a Digione, in Francia. La dicotomia delle esperienze culturali orientali e occidentali di Ming ha contribuito a formare lo stile espressivo dell’artista che negli oltre trent’anni della sua attività è emerso a livello internazionale come uno dei più grandi pittori figurativi del nostro tempo.
Nell'anno che celebra il 500° anniversario dalla morte di Leonardo da Vinci, Yan Pei-Ming - noto per i suoi ritratti espressionistici di volti di personaggi influenti della storia - ha scelto di concentrarsi sul sorriso più iconografico della storia dell’arte: l’espressione di Monna Lisa. Per l’artista quello di Leonardo è il sorriso più iconico e ha relegato fin dalla sua prima apparizione tutti gli altri sorrisi nella penombra.
Quando Leonardo da Vinci dipinse la Gioconda creò indubbiamente la più grande celebrità della storia dell'arte. Ming, come del resto tutta la cultura moderna e contemporanea, considera la Gioconda come il volto femminile più famoso e iconico del mondo: quell’espressione misteriosa e l’identità ignota della donna ritratta lo hanno reso oggetto d’indagine e di ricerca attraverso i secoli e l’opera ha mantenuto fascino e carisma.
Yan Pei-Ming utilizza la sua pennellata densa per delineare l’immagine della Gioconda con ampie campiture e stratificazioni di colore ben visibili e dà vita a una rappresentazione figurativa che, se osservata da vicino, quasi si dissolve in un quadro astratto.
La mostra L’Ultimo Sorriso è composta da otto ritratti della Monna Lisa, due tele circolari e sei rettangolari di grandi dimensioni, tutte in doppia tonalità: Ming ha fatto sua firma i colori vivaci come il rosso cadmio e il grigio cupo, ma anche le tonalità più tenui e sorprendenti dell'azzurro, del rosa e del verde pastello. La tavolozza cromatica della mostra assume un approccio più sobrio rispetto alle opere precedenti di Ming, in un processo di riduzione che consente all’artista di accentuare la carica espressiva del soggetto.
Nella piccola sala una volta utilizzata come studiolo per la lettura si trova l'interpretazione di Yan Pei-Ming di un altro capolavoro celebre di Leonardo da Vinci: l'Ultima Cena, realizzata per il refettorio del Convento di Santa Maria delle Grazie a Milano. Questa rappresentazione ad affresco dell’iconografia classica dell'ultima cena ha stimolato nei secoli l'interesse di molti storici, scrittori e ricercatori che hanno cercato di risolvere i presunti misteri che aleggiano intorno a quest'opera. Negli ultimi trent'anni, anche a causa di fantasiose teorie cospirazioniste alimentate dalla diffusione di massa attraverso i media sociali, l'Ultima Cena è diventata un caposaldo dell'iconografia della cultura pop, reinterpretata nelle forme più disparate come calamita da frigorifero, cartone animato e addirittura materiale per meme, senza mai perdere il suo fascino misterioso.
Rendendo omaggio al genio di Leonardo da Vinci, Ming sottolinea la loro comune anima di artisti ritrattisti. Come afferma Ming: "Il ritratto è una riflessione sul passare del tempo. In questo caso, la Monna Lisa rappresenta una metafora del tempo nel suo infinito". Carlo Pedretti, esperto della vita e dell'opera di Leonardo da Vinci, suggerisce: "Ciò che lega il paesaggio caotico e il sorriso sospeso, enigmatico, effimero, ambiguo, è lo scorrere del tempo". Per la mostra L'Ultimo Sorriso la dimensione del tempo è centrale e Yan Pei-Ming si interroga con questo nuovo corpo di opere sulla potenza delle immagini e sulla loro capacità di resistere e sopravvivere nel tempo.
Artista
Yan Pei-Ming è nato a Shanghai nel 1960; vive e lavora tra Digione, Parigi e Shanghai.
Fin dall'inizio della sua carriera Pei-Ming si è distinto per il suo interesse nei confronti della figura umana e della ritrattistica. Si è fatto conoscere a livello internazionale per le sue opere monumentali raffiguranti personaggi storici come Mao Zedong, il Buddha, il Papa e Bruce Lee, esplorando anche temi personali attraverso autoritratti e rappresentazioni della sua famiglia.
L’artista utilizza un pennello lungo e grande come un mocio per creare le sue immagini iconiche, stratificando i colori a olio ancora bagnati, a partire da una tavolozza di colori monocromatici a due toni bianco e nero o rosso e bianco.
Le opere di Yan Pei-Ming sono presenti in collezioni pubbliche e private, tra cui: National Gallery of Australia, Canberra; Heidi Horten Collection; S.M.A.K. Stedelijk Museum voor Actuele Kunst, Gand; Guangdong Museum of Art, Guangzhou; Shanghai Art Museum, Shanghai; Yuz Museum, Shanghai; Centre Pompidou, Parigi; Collection Lambert en Avignon, Avignone; Fondation François Pinault, Parigi; Fondation Louis Vuitton, Parigi; Fonds Régional d'Art Contemporain de Bourgogne, Dijon; Institut d'Art Contemporain, Villeurbanne; Le Consortium, Dijon; Les Abattoirs / FRAC Midi-Pyrénées, Toulouse; Musée d'Art Moderne de la Ville de Paris, Paris; Musée des Beaux-Arts, Dijon; Musée des Beaux-Arts, Rennes; Musée Paul Valéry, Sète; Collection Deutsche Bank, Frankfurt; Kunsthalle Mannheim, Mannheim; Museum Ludwig, Colonia; Banca Popolare di Bergamo, Bergamo; Collezione Fondazione San Patrignano, Rimini; GAMeC - Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea, Bergamo; MAXXI - Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo, Roma; The National Museum of Modern Art, Tokyo; Qatar Museums Authority, Doha; Sonje Museum of Contemporary Art, Kyongju; Wooyang Museum of Contemporary Art, Gyeongju; Centro de Arte Contemporáneo, Málaga; Voorlinden Museum, Wassenaar; Louvre Abu Dhabi Museum, Abu Dhabi; Academy of Arts, Honolulu; Honolulu Museum of Arts, Honolulu; The Hawai'i State Foundation on Culture and the Arts, Honolulu; TIA Collection, Santa Fe.
Le opere di Yan Pei-Ming sono state incluse nella Biennale di Lione (1997, 2000); nella Biennale di Venezia (1995, 2003); nella Biennale di Siviglia (2006); nella Biennale di Istanbul (2007); nella Biennale di Bangkok (2018).