La Galleria Massimo De Carlo inaugura “Karma”, la prima esposizione personale, in Italia, di Dan Colen. L’artista utilizza materiali, immagini e linguaggi tratti dalla quotidianità per raccontare, attraverso una produzione artistica variegata e multiforme, la sua vita e quella della sua generazione. La mostra, che occupa interamente gli spazi della galleria, presenta tutti lavori inediti che, se da una parte ribadiscono l’interesse dell’artista verso la cultura street e underground, dall’altra mostrano una fase in cui, coerentemente al suo percorso stilistico, sperimenta nuove tecniche e nuovi soggetti. Nella prima sala domina un’installazione site specific Oh Shit, una gigantesca rampa da skateboard ribaltata che diventa il mezzo attraverso il quale si intravede Moments Like This Never Last (No. 2), un grande quadro facente parte di un nuovo corpo di opere “Confetti paintings”: un nuovo capitolo nella poetica dell’artista. I “gum paintings”, i “kiss paintings”, i “birdshit paintings” di qualche anno fa, sono diventati coriandoli e stelle filanti. Nella sala adiacente ventidue tabelloni da basket diventano tessere di un grande domino, per i visitatori già cadute, nell’opera Chocolate And Vanilla Swirl: il riferimento alla vita quotidiana, al passato sportivo dell’artista, alla città di New York, a quella cultura popolare americana di cui Colen si nutre, è palese. Let My People Go riproduce un banner di una pubblicità in internet, e come tutti gli altri lavori esposti, si inserisce in quel processo di riappropriazione della realtà che la critica ha riconosciuto nella nuova generazione di artisti americani, ispirati dalla contemporaneità e influenzati dalla Pop Art. Follow The Leader è un olio su tela su cui compare sgranata, come se fosse un immagine ingrandita al computer, la scritta KARMA, e Foreground/Background, una stampa fotografica che riproduce un iPhone dallo schermo scheggiato su cui si legge “Poetry”: da una parte una parola, dall’altra un’azione, fra loro infinite, possibili storie. Nella sala al primo piano si trova Knock Knock Jokes, una scultura formata da ventuno porte recuperate per le strade di New York. Unite a gruppi, e posizionate in modo non casuale, creano una sorta di divisorio oltre il quale il visitatore scopre il secondo “Confetti painting” Moments Like This Never Last (No. 3), due grandi stampe su tela Doo - Wa Diddy - Diddy Down Diddy - Do e Oogum Boogum, e la seconda tela con la scritta KARMA Word On The Street. Elementi a prima vista diversi, ma che possiedono un unico, comune denominatore: la città con le sue strade, le sue luci, i suoi colori. Ultima sala. Talk To The Hand è un olio su tela in cui due scie luminose, in uno spazio buio, disegnano un arco su una piattaforma bianca: la tecnica è tradizionale, ma il soggetto, che ricorda alcuni disegni di Walt Disney, richiama un mondo onirico. La concretezza, il rigore e quasi la freddezza dei due quadri Gospel Train e 40 Days And 40 Nights risulta accentuata dall’accostamento al sogno di un “arco magico”.