Herbivorous Carnivorous
Massimo De Carlo e Casey Kaplan sono liete di presentare Herbivorous Carnivorous e Self Portraits, due mostre personali di Diego Perrone che si svolgono nello stesso arco di tempo rispettivamente a Milano e a New York. In entrambe le mostre Diego Perrone svela al pubblico una nuova serie di sculture e disegni.
L’opera di Diego Perrone reinventa le tecniche e lo stile dei processi classici per ampliare le potenzialità della scultura e del disegno e penetrare in uno spazio transitorio in cui rappresentazione e stupore si fondono in oggetti che sorprendono per la loro nebbiosa ambiguità.
Questa nuova serie di opere è realizzata attraverso una tecnica antica e desueta: grandi quantità di vetro fuso vengono colate in un calco di gesso posto seguentemente in forni ad alta temperatura nei quali il vetro subisce un processo di trasformazione che può durare fino a sei settimane. All’interno delle sculture di vetro, minerali e ossidi infusi di pigmenti si sciolgono e creano nuvole colorate che filtrano attraverso la superfice translucida delle forme antropomorfe realizzate da Perrone. Il processo di creazione di queste opere sfugge al completo controllo dell’artista.
Le sculture di Perrone sono il frutto di una ricerca decennale sull’utilizzo di materiali fusi per creare forme organiche. Fin dalle sculture in fibra di vetro intitolate La fusione della campana (2005-2008) - con fusioni di bronzo e di metallo - Perrone si è distaccato dall’iconografia tradizionale, cui il titolo fa riferimento, per creare una bizzarra forma astratta. Unificando le fasi implicate nello svolgimento di questo processo Perrone comprime tradizione, spazio e tempo in una struttura che ricorda il panorama di un paesaggio inabissato. Nel 2013 Perrone ha presentato al Museion di Bolzano una prima serie di sculture in vetro colato, ognuna raffigurante l’orecchio umano e le spirali intricate che ne compongono l’interno. La raffigurazione del canale uditivo ricorre con costanza nella pratica artistica di Diego Perrone, sin dai primi disegni a biro su carta del 1995: l’artista attraverso il simbolo dell’orecchio congiunge la complessità delle forme anatomiche con l’imprevedibilità del pensiero umano.
Le sette teste sferiche di vetro contengono immagini iconiche della pratica artistica di Perrone: dall’interno delle sculture emergono una moltitudine sfumata di pesci, trattori e anfore, segni che provengono dalle origini rurali dell’artista e alludono a paesaggi rarefatti e in continua evoluzione. Forme naturali e paesaggi industriali sono i padroni della mente dell’artista, che traduce l’assimilazione fisica e mentale di questi ambienti attraverso il vocabolario dell'arte. Ogni opera in Herbviorous Carnivorous e Self Portraits dialoga e sfida un’opprimente ma calmante sensazione di vuoto, dove anche le azioni più fisiche e carnali sono rivestite da una nebbia tangibile.
Artista
Diego Perrone è nato ad Asti nel 1970. Vive e lavora tra Milano e Asti.
La visione e la poetica universali di Diego Perrone sono profondamente radicate nel particolare fascino misterioso delle vite di provincia e di periferia. Vita rurale e paesaggi spaventosi e nebbiosi dove, tra le colline, si trovano piccole ville brutaliste, epicentro dell'artista di ogni nevrosi. Perrone sfida queste esistenze psicotiche, ma apparentemente impeccabili, entrando e uscendo in punta di piedi da uno stordimento surreale abitato da macchinari agricoli, pesci e forme misteriose.
Il lavoro di Diego Perrone è stato inserito nella 53a Biennale di Venezia, a cura di Massimiliano Gioni -Il Palazzo Enciclopedico, Venezia (2013).