Hannah Levy
Il lavoro scultoreo di Hannah Levy – al confine con l’allucinatorio – è presentato per la prima volta da MASSIMODECARLO Pièce Unique.
Hannah Levy opera nell’ambiguità. All’incrocio tra protesi, arredi e forme organiche, le sue opere prendono vita da ambiziose strutture in acciaio inox realizzate a mano, combinate con la malleabilità contrastante del silicone, che viene stirato, pizzicato o sospeso sulle sue forme metalliche.
Il risultato è tanto familiare quanto alieno.
Da MASSIMODECARLO Pièce Unique, tenuto orizzontalmente da un paio di artigli scheletrici e spettrali, un enorme asparago viene offerto al pubblico, come in una sorta di offerta rituale. La sua consistenza carnosa, la scala fuori misura e la postura languida ricordano in modo inquietante un corpo umano in riposo.
Per Hannah Levy, l’asparago è un soggetto comico e delicatamente ironico. Simbolo propizio dell’arrivo dei giorni primaverili – nonché sinonimo di un certo lusso – l’asparago possiede anche il potere di influenzare chi lo consuma con un odore corporeo persistente, leggermente sgradevole ma inconfondibile.
Ricorrente nella sua pratica, il gioco di scala permette a Levy di esplorare l’inquietante, toccando temi legati al disagio, al pericolo imminente e alla nostra convivenza con tutto ciò. Dalle sue sedie in scala tre quarti – troppo piccole per un adulto, troppo grandi per un bambino, e decisamente troppo fragili per sostenere il peso di un corpo – a culle ridotte, troppo delicate e precarie per contenere un neonato, Hannah Levy gioca con la nostra percezione di oggetti familiari e quotidiani.
Seguendo la stessa logica, ingrandisce la realtà, scegliendo oggetti che vanno da un gigantesco osso metallico – un memento mori dal tono comico – a una contenzione dentale in marmo, simbolo dell’angoscia adolescenziale, fino al nocciolo di pesca grande come un pouf, potenzialmente carico di dosi letali di cianuro. Le sue sculture affascinano tanto per la loro perfezione formale quanto per la minaccia silenziosa che emanano.
Attraverso l’opera trasformativa di Hannah Levy, ci ritroviamo, come Alice, a passare involontariamente attraverso lo specchio, in un’altra dimensione dove le proporzioni si alterano, e potremmo persino trovare un biglietto con scritto “mangiami” in un angolo della stanza. Chissà cosa potrebbe succedere se ci abbandonassimo al sogno.
Artista
Hannah Levy è nata a New York City, negli Stati Uniti, nel 1991. Attualmente lavora e vive a New York.
Attraverso una gestualità essenziale e un’abilità esecutiva, Levy manipola materiali incongrui come il silicone, il vetro, la pietra e il metallo per creare sculture tattili che creano un'esperienza sensoriale. L’artista si appropria di oggetti comuni e li defamiliarizza utilizzando materiali insoliti e deformandone le proprietà formali. Distese di silicone simili a tessuti di pelle tesa, sono appese o sorrette da armature rigide. Si presentano in forme zoomorfe che ricordano zampe di insetti, oggetti domestici, vestiti o attrezzature per l’esercizio fisico. La recente integrazione del vetro nel lessico materico di Levy consente di proseguire la sua esplorazione tra due medium apparentemente opposti. Un mix di processi tradizionali e sperimentali sono utilizzati per alterare, accartocciare, gonfiare e afflosciare il vetro che si sottomette al suo avversario metallico. Levy rende ciò che è familiare sconosciuto e magnetico e crea oggetti che risiedono in un limbo labile che l'artista chiama “purgatorio del design”.
Affiancando le forme del design del XX secolo a calchi carnosi, l'artista impregna l'ideale modernista della geometria perfetta con uno straniante ritorno alla materia organica, accentuando la sensualità che si cela nel design moderno. Mentre le sue forme lineari e metalliche richiamano la nostra attenzione sui sottili dettagli costruttivi che caratterizzano l'estetica di metà secolo, le loro guaine simil pelle resistono a questo confronto, confondendo la separazione tra vivo e morto, animale e protesi. L'opera di Levy è debitrice del fascino surrealista del misterioso e dell'anomalo, e allo stesso tempo ha una visione retrospettiva e ambivalente della cultura materiale del secolo scorso.
Hannah Levy ha conseguito un BFA presso la Cornell University di Ithaca, NY (2013) e un titolo di Meisterschüler presso la Städelschule di Francoforte sul Meno, Germania (2015). Con recenti mostre istituzionali al Berkeley Art Museum and Pacific Film Archive (BAMPFA), CA (2022) e all'Arts Club of Chicago, IL (2021), l'artista è stata inclusa in mostre al CCS Bard Hessel Museum, Annandale-on-Hudson, NY; Rennie Museum, Vancouver, Canada; Aldrich Contemporary Art Museum, Ridgefield, CT; MoMA PS1, New York, NY; è stata invitata a partecipare alla 59a Biennale di Venezia (2022) e alla 16a Biennale d'Arte Contemporanea di Lione (2022). Le opere di Levy sono presenti in collezioni pubbliche come il Nevada Museum of Art di Reno, NV, il Moderna Museet di Stoccolma, Svezia, il Louisiana Museum of Modern Art di Humlebæk, Danimarca, la National Gallery of Victoria di Melbourne, Australia, la Philara Foundation di Dusseldorf, Germania e la G2 Kunsthalle di Lipsia, Germania.