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Fiery temper and upbeat attitude

Date
01.10.2024 | 08.10.2024
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Pièce Unique
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TESTO DI NICOLA TREZZI

“Il mondo non è un solido continente di fatti punteggiato da pochi laghi di incertezze, ma un vasto oceano di incertezze costellato da poche isole di forme calibrate e stabilizzate.” —Bruno Latour1

Il testo che state per leggere non ha l’intento di spiegare o presentare le due bellissime opere di Diego Perrone esposte da MASSIMODECARLO Pièce Unique. Al contrario, cerca di sollevare domande, aprire conversazioni e persino alimentare dibattiti sulle creazioni uniche e misteriose di Perrone. A tal fine, il testo introduce tre figure la cui presenza è pensata per nutrire l’immaginazione i lettori, incoraggiando ad addentrarsi più a fondo nel lavoro di Perrone, senza affidarsi alle solite dinamiche derivanti dall’equazione spiegazione + comprensione = conoscenza. Qui, l’idea è di percorrere una strada diversa.

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La prima figura è l’animale.2 Sebbene gli animali siano apparsi nei lavori di Perrone – soprattutto in un suo famoso autoritratto, 3 o nei titoli (Lupi4) – tale menzione non riguarda il soggetto, ma piuttosto un atteggiamento. Quando ci si confronta con le sue opere, prevalentemente tridimensionali – qui il termine scultura potrebbe rivelarsi fuorviante – si percepisce che la logica e la bellezza che le caratterizzano non ci appartengono realmente. Personalmente, quando osservo il lavoro di Perrone mi ritrovo a provare la stessa sensazione che provo quando vedo un nido d’uccello nascosto in cima a un albero; un alveare costruito in uno spazio sottile e nascosto; la tana di un castoro che emerge dalla superficie dell’acqua. Vedo bellezza, vedo un ordine creativo, ma soprattutto percepisco un tipo di energia che non riesco a decifrare con ciò che conosco, una sorta di “energia sconosciuta” incanalata per scopi – la fusione di una campana,5 il calco di un orecchio – che non conosco né desidero conoscere. In altre parole, le sue opere richiedono un tipo di apprezzamento istintivo. Ti invitano a meravigliarti, e sì, possiamo dire che sono meravigliose.

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La seconda figura è quella dell’alieno.6 Quando si osserva il lavoro di Diego Perrone si avverte un senso di alterità, si è di fronte a un oggetto che, sebbene familiare, è carico di un’estraneità che è difficile da spiegare con ciò che ci è stato insegnato, sia nel campo dell’arte che al di fuori di esso. Probabilmente uno degli esempi più iconici di questa qualità del suo lavoro è la sua animazione video Totò Nudo7, in cui una delle figure più riconoscibili della cultura popolare italiana – il comico e attore italiano Totò – appare sotto una luce nuova, forse quella riflessa da un pianeta lontano. Il paesaggio innevato, l’atto di spogliarsi, trasformano ciò che un tempo era parte di una certa cultura, di una certa epoca, in qualcos’altro – “l’altro”. Sebbene questo lavoro si discosti dall’esperienza tridimensionale che si ha quando s’incontrano le sue opere, esso incarna perfettamente il suo desiderio di presentare nuove forme di bellezza, inquietanti e allo stesso tempo così attraenti.

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La terza è la natura. Parlando con l’artista della fabbricazione delle due opere che verranno esposte a MASSIMODECARLO Pièce Unique, ho capito come “la natura della sua condizione” influenzi la sua pratica. Attualmente, Diego Perrone divide il suo tempo tra il luogo da cui proviene – la campagna vicino ad Asti in Italia, dove sta ristrutturando un posto con il minor aiuto possibile; Bolzano, vicino alle montagne, dove vengono prodotte le sue opere in vetro, seguendo una tecnica avanzata di lavorazione del vetro guidata dal caso; e Napoli, vicino al mare, vicino a un vulcano, dove, senza uno studio, ha iniziato a fotografare – la macchina fotografica diventa uno studio portatile – la composizione di bicchieri di vetro e luce presente nell’opera esposta da MASSIMODECARLO Pièce Unique, che ha una cornice di vetro e che fa parte di una serie fotografica più ampia. Come si può comprendere, qui la “natura”, così come le altre due figure, deve essere interpretata nel modo più aperto e immaginativo possibile. In questo caso la natura serve sia a definire una denominazione geografica – terra, montagna, mare, vulcano – sia come sinonimo di “atteggiamento”, una parola che è stata utilizzata all'inizio di questo testo.


Per concludere, o meglio, per lasciare che sia l’immaginazione a comandare, questo testo è un’ode alla meravigliosa, animalistica e aliena natura dell’arte di Diego Perrone; un omaggio alla sua pratica unica e indefinibile; un testamento all’alterità istintiva delle sue creazioni.


Nicola Trezzi è Direttore e Curatore presso CCA Tel Aviv-Yafo. (Testo tradotto dall’inglese da Cecilia Monteleone)

Note:


1. La versione inglese di questa citazione appare nel seguente libro: Bruno Latour, Reassembling the Social: An Introduction to Actor-Network-Theory (2005: Oxford University Press), p. 245.


2. Inizio del XIV secolo, “qualsiasi creatura vivente senziente” (inclusi gli esseri umani), dal latino animale “essere vivente, essere che respira,” uso sostantivato del neutro di animalis (agg.) “animato, vivente; dell’aria,” da anima “respiro, anima; una corrente d’aria” (dalla radice PIE *ane- “respirare”.


3. Senza titolo (1994) è una fotografia che ritrae l’artista con una gallina sulla testa.


4. Lupi (2007) è un trio di opere che consistono in serigrafie su Forex termoplastico, acciaio, Biro e Plastilina, ciascuna misura 216 × 122 × 513 cm. Se il termine scultura potesse essere usato – anche se non raccomandato – per definire la maggior parte del lavoro di Perrone, queste opere potrebbero essere catalogate come rilievi.

5. La fusione della campana (2007) è una delle opere più iconiche dell’artista, composta da un mix di resina epossidica, polvere di quarzo, metallo, e misura 205,74 × 134,62 × 233,68 cm.


6. Alieno /ā′lē-ən, āl′yən/; aggettivo: (1) Che deve lealtà politica a un altro paese o governo; straniero. “residenti alieni.” (2) Appartenente a, caratteristico di, o costituente un altro e molto diverso luogo, società o persona; strano. sinonimo: straniero. (3) Dissimile, incoerente, o opposto, nella natura. “emozioni estranee al suo temperamento.” La versione inglese di questa definizione appare in The American Heritage® Dictionary of the English Language, 5a edizione.


7. Presentato in occasione della sua mostra personale del 2005 “Totò nudo e la fusione della campana” presso la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo a Torino, Totò nudo (2004-5) è un’animazione digitale in cui Totò, interamente creato in 3D, si spoglia e rimane completamente nudo.

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Diego Perrone

Diego Perrone è nato ad Asti nel 1970. Vive e lavora tra Milano e Asti.


La visione e la poetica universali di Diego Perrone sono profondamente radicate nel particolare fascino misterioso delle vite di provincia e di periferia. Vita rurale e paesaggi spaventosi e nebbiosi dove, tra le colline, si trovano piccole ville brutaliste, epicentro dell'artista di ogni nevrosi. Perrone sfida queste esistenze psicotiche, ma apparentemente impeccabili, entrando e uscendo in punta di piedi da uno stordimento surreale abitato da macchinari agricoli, pesci e forme misteriose.


Il lavoro di Diego Perrone è stato inserito nella 53a Biennale di Venezia, a cura di Massimiliano Gioni -Il Palazzo Enciclopedico, Venezia (2013).