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Due orecchie e un angolo

Date
01.06.2005 | 31.07.2005
Location
Massimo De Carlo, Milano
Il lavoro di Diego Perrone non racconta storie, dà vita a suggestioni; egli crea esercizi di pensiero che si traducono in sculture, ma anche fotografie e video in cui unisce la leggerezza dell'ironia alla pesantezza di riflessioni immanenti, come il passare del tempo e la precarietà della vita umana. I suoi personaggi non sono mai spettacolari, ma svelati nella loro umanità più profonda.La mostra è composta da due sculture, raffiguranti due orecchie, e un angolo inventato e fotografato. La forma non reale delle orecchie deriva dall'interpretazione del modo con cui il suono scorre e si fonde all'interno del padiglione auricolare.Non c'è nessuna teoria scientifica descritta, ma semplicemente la necessità dell'artista di circoscrivere a un suo personale immaginario la volontà di rappresentare un suono astratto con la stessa fisicità di un orecchio biologico, unendo tutto in un'unica forma, materiale e colore.Le tre opere sono disposte in modo da formare un triangolo fittizio che serve ad escludere la forma e la dimensione dell'area circostante creando a loro volta uno spazio loro, una sorta di perimetro marziano che probabilmente non appartiene a questo mondo…Diego Perrone è nato ad Asti nel 1970. Vive e lavora tra Asti, Milano e Berlino. Le opere di Diego Perrone sono presenti nelle collezioni di prestigiose istituzioni museali, quali il Guggenheim Museum, il Centre Pompidou, presso la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (dove si è appena conclusa una sua mostra personale) e numerose rinomate collezioni private.
01 Diego Perrone Museion Foto Seehauser C84 Ni2
Diego Perrone

Diego Perrone è nato ad Asti nel 1970. Vive e lavora tra Milano e Asti.


La visione e la poetica universali di Diego Perrone sono profondamente radicate nel particolare fascino misterioso delle vite di provincia e di periferia. Vita rurale e paesaggi spaventosi e nebbiosi dove, tra le colline, si trovano piccole ville brutaliste, epicentro dell'artista di ogni nevrosi. Perrone sfida queste esistenze psicotiche, ma apparentemente impeccabili, entrando e uscendo in punta di piedi da uno stordimento surreale abitato da macchinari agricoli, pesci e forme misteriose.


Il lavoro di Diego Perrone è stato inserito nella 53a Biennale di Venezia, a cura di Massimiliano Gioni -Il Palazzo Enciclopedico, Venezia (2013).