Trasparente, 1975
“La luce ha trovato un nuovo supporto: il sicofoil e i colori fluorescenti. Il quadro non esiste più, perché ho reso visibile la sua struttura e ho reso anonimi i miei segni.” -Carla Accardi, Flash Art, 1989
Con queste parole Carla Accardi (1924 - 2014) commenta la scelta del sicofoil, materiale plastico malleabile e trasparente, come soggetto e al tempo stesso materiale per sua pratica. Approfondendo sempre di più il quesito della rappresentazione della luce, dalla fine degli anni Sessanta fino alla metà degli anni Ottanta Accardi ha rifiutato l'uso della tela e privilegiato al suo posto l'uso del sicofoil sia per opere bidimensionali che per sculture.
Per commemorare il centenario dell'artista, il 9 ottobre 2024, MASSIMODECARLO Pièce Unique è lieta di presentare Trasparente, 1975, un esempio iconico dell'ambiziosa ricerca formale di Accardi.
Gli esordi della ricerca artistica di Carla Accardi sono infatti caratterizzati da tortuosi segni in bianco e nero, tracciati su tela grezza. Tuttavia, gli anni Sessanta segnano una svolta importante nella pratica della Accardi. Influenzata dal movimento della Post-painterly Abstraction, nato in America e con Morris Louis, Kenneth Noland e Frank Stella tra i suoi esponenti, l'artista inizia a testare diverse combinazioni di accostamenti cromatici, abbandonando la consueta tavolozza in bianco e nero. A motivare tale evoluzione è il nuovo interesse dell’artista per le possibilità offerte dal colore di rendere la natura immateriale e trasparente della luce.
Il tema della luce e delle sue qualità peculiari è diventato una parte cruciale dell’indagine artistica di Accardi, imponendosi gradualmente come uno dei motivi principali che guidano la sua pratica. Secondo le parole dell'artista: “più che i colori ho sempre amato il modo in cui si accostano, così come la luce che emanano. Anche la mia fase bianco-nera è stata un periodo di luce [...] Il modo in cui i colori lottano l'uno contro l'altro crea luce” (Accardi in A.M. Boetti, ‘Lo specchio ardente’, in Data, Milano, n.18, sett.-ott. 1975, p. 50).
A partire dagli anni Sessanta, la luce e la ricerca di una proprietà trasparente nelle sue opere informano in modo sempre più esplicito la ricerca di Accardi, trovando il suo apice nella scoperta del sicofoil.
Trasparente, esposto nella grande retrospettiva dell'artista al Palazzo delle Esposizioni di Roma all'inizio di quest'anno, si inserisce in questa specifica traiettoria dell'indagine artistica di Accardi.
Intrecciando strisce di sicofoil attorno a un telaio di legno nudo, Accardi mira non solo a catturare la luce stessa attraverso la totale trasparenza del materiale, ma anche a trasportare l'ambiente esterno all'interno dell'opera. Spostando l'attenzione dall'oggetto artistico al contesto circostante in cui è inserito, l’opera si emancipa da qualsiasi connotazione formale statica e diventa suscettibile alla realtà mutevole che la circonda.
In Trasparente, il soggetto non è intrappolato o limitato alla superficie; piuttosto, esso è dinamico ed effimero. Per Accardi, il sicofoil, sia come soggetto che come supporto, permette di raggiungere la massima negazione della “pittura” intesa in senso tradizionale, oltre a consentire il completo trionfo della luce come protagonista del suo lavoro.
Artista
Carla Accardi (1924 - 2014) è stata una delle più importanti esponenti della pittura astratta nel secondo dopoguerra in Italia. Nata il 9 Ottobre 1924 a Trapani, ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Firenze prima di trasferirsi a Roma nel 1946, dove ha fondato l’influente gruppo Forma 1 (1947-51), principale riferimento per l’arte astratta in Italia negli anni ’40 e ’50.
I suoi primi dipinti erano caratterizzati da forme geometriche ad incastro. Nel 1950, Accardi fu coinvolta nell’ondata rivoluzionaria dell’astrazione attraverso l'ibridazione della pittura geometrica e gestuale, sia in Italia che in Francia, dove il critico d'arte Michel Tapié si interessò al suo lavoro.
Nel 1953 Accardi inizia a introdurre i segni pseudo-calligrafici nelle immagini astratte, riducendo la sua tavolozza a composizioni bianco e nero per esplorare il rapporto fra figura e sfondo.
Negli anni '60, invece, c’è un rinnovamento del colore nelle sue opere con riferimenti alla cultura metropolitana ed effetti ottici. La ricerca artistica di Accardi fu caratterizzata da una continua radicale sperimentazione con l’uso di supporti in plastica trasparente che accentuavano la natura del dipinto come diaframma luminoso. Nel 1961, infatti, iniziò a dipingere su sicofoil, una plastica trasparente, invece che sulla tela. Mostrò queste nuove tecniche pittoriche alla Biennale di Venezia del 1964. Dalla metà del 1960, invece, utilizzò questi nuovi materiali in modo scultoreo. Questa fase dell’opera di Accardi, la quale fu celebrata nella sezione Ambient Art della Biennale di Venezia del 1976, voleva mostrare l’influenza dell’Arte Povera. Nel 1980 Accardi ritornerà alla tela e sposterà la sua attenzione sull’uso dei segni e le giustapposizioni cromatiche. Nel 1988 parteciperà di nuovo alla Biennale di Venezia, mentre nel 1994 prenderà parte all’ Italia metamorfosi 1943 -1968, tenuta al Solomon R. Guggenheim Museum, New York nel 1994.
Il suo lavoro fa parte di importanti collezioni, tra cui la Galleria Nazionale d’Arte Moderna a Roma, il Museo d’Arte Contemporanea del Castello di Rivoli (Torino), le Gallerie Civiche di Modena e Bologna, il Palazzo Reale a Milano, e il Museo Civico a Torino. L’artista è deceduta a Roma il 23 Febbraio 2014.