Geerk Domus Haus Basel
MASSIMODECARLO è lieta di presentare lautlos, la prima mostra personale di Lenz Geerk a Basilea. In concomitanza con Art Basel 2025, lautlos segna il ritorno dell’artista nella sua città natale con una nuova serie di dipinti che approfondiscono la sua indagine sul silenzio e sull’ambiguità emotiva.
La mostra si svolge negli spazi iconici della Domushaus - edificio modernista del dopoguerra che un tempo ospitava il primo museo di architettura in Svizzera - e si sviluppa attorno a temi come l’intimità, il desiderio e il peso della fine.
Il titolo lautlos – che in tedesco significa “senza suono” – introduce una serie di dipinti intimi e calibrati, in cui la quiete diventa presenza. Ogni opera si costruisce attorno a un colore dominante – verde, rosso, arancione – portando avanti la ricerca dell’artista sulle atmosfere tonali. Gli ambienti sono essenziali, i gesti minimi, l’energia trattenuta.
Geerk privilegia la sensazione alla narrazione. In lautlos, abbraccia fino in fondo questa ambiguità. Le sue figure non agiscono, ma aspettano, esitano, si dissolvono. I dipinti sembrano sospesi nel tempo, tra memoria e attesa. Invitano a entrare in uno spazio in cui apparentemente non accade nulla, ma tutto è sul punto di accadere.
Una nuova serie all’interno della mostra, A Lover’s Hair, prende come punto di partenza il dettaglio quasi invisibile di un capello – tenuto, dimenticato, lasciato su un letto o una sedia. Un dettaglio minimo che suggerisce tenerezza, assenza, segretezza. Geerk è attratto dalla forza silenziosa di questo motivo e dalla sua potenzialità narrativa: il segno lasciato da un amante, la prova di una relazione nascosta, o forse un pegno d’amore custodito e offerto. Oggetti, gesti, ricordi che, anche dopo la fine, continuano ad avere una loro vita. Come la mostra stessa, silenziosa, ma colma di emozione.
L’opera Witnessing Death, più datata, introduce una quiete diversa. Non c’è spettacolo, solo la presenza. Il gesto di assistere a qualcosa che lentamente svanisce. La composizione è misurata, essenziale. Ciò che sembra una scena semplice si rivela una riflessione sulla transitorietà e sul peso di ciò che finisce. Non è un quadro sul lutto, ma sull’attenzione: sull’essere presenti in quel momento fragile in cui qualcosa resta e qualcos’altro se ne va.
lautlos non cerca risposte, non ne ha bisogno. Offre qualcosa di più raro: uno spazio per sentire, per restare nell’incertezza. In quel silenzio, qualcosa continua a vibrare.
Artista
Lenz Geerk è nato a Basilea nel 1988. Vive e lavora a Düsseldorf, in Germania.
I suoi dipinti hanno qualcosa di rivelatorio: scene intime, emotivamente dense, che sembrano esistere fuori dal tempo. Il suo linguaggio visivo è radicato nella storia dell’arte, ma è attraversato da una voce profondamente personale. Le figure che abitano le sue tele sembrano emergere da sogni o da pensieri ad occhi aperti, con gesti che rispondono più all’emozione che alla realtà.
Geerk costruisce ogni composizione intorno a impercettibili variazioni nel linguaggio del corpo – una spalla ricurva, uno sguardo che si sofferma – dettagli minimi che lasciano intravedere ciò che non viene detto. La sua tavolozza di colori è sobria, dominata da tonalità pastello, talvolta interrotta da accenti più caldi. L’atmosfera è densa, talvolta tesa, ma mai urlata.
Geerk indaga la solitudine, non come isolamento, ma come pausa introspettiva. Le sue figure abitano se stesse, e nel farlo invitano lo spettatore a fare altrettanto. Nei suoi dipinti affiora spesso una sottile ironia o tenerezza, come se l’opera sapesse qualcosa che sceglie di non rivelare apertamente. Geerk cattura l’essenza della condizione umana, esplorando le profondità della psiche e la complessità delle emozioni.