MASSIMODECARLO è lieta di presentare una selezione di dieci opere uniche su carta dell’artista Gianfranco Baruchello.
"Qui sulla mia agenda è pieno di disegni e immagini, ma pensate, non sognate", ci racconta Baruchello. Per lui, il disegno è linguaggio puro, un modo per esplorare e ridefinire il concetto stesso di rappresentazione. Le sue opere trasformano la superficie pittorica in uno spazio vuoto, riempito da immagini ridotte all’essenziale e parole, separate e libere. Questi segni non pretendono di significare qualcosa al di fuori di sé, rifiutando una narrazione tradizionale e sommergendo lo spettatore in un universo di frammenti che sfidano l’interpretazione immediata. Il disegno diventa così un territorio in cui l’osservatore è spinto a costruire nuove connessioni, senza poter contare su risposte facili. Baruchello utilizza dettagli volutamente destabilizzanti, creando opere che esaltano la complessità e resistono a ogni forma di semplificazione.
Questi disegni, realizzati negli anni '80 e '90, testimoniano l'abilità di Baruchello di unire dimensioni poetiche e filosofiche, mescolando influenze culturali e intellettuali. Dalla letteratura alla filosofia, dalla scienza alla tecnologia, l'artista ha sempre tratto ispirazione da un vasto ventaglio di fonti, dando forma a un’arte che trascende il personale per diventare universale.
Artista
Gianfranco Baruchello (Livorno, 1924 - Roma, 2023) ha vissuto e lavorato a Roma e a Parigi.
Nella sua lunga attività di ricerca artistica ha conosciuto e attraversato le principali tendenze del secondo dopoguerra, dalla Pop Art all’Arte Concettuale. Ha utilizzato, dalla fine degli anni Cinquanta, diversi media: pittura, cinema, installazione, oggetti, scultura e pratiche performative. La prima mostra personale risale al 1963, presso la galleria La Tartaruga a Roma: grandi tele e piccoli oggetti si concentravano sull’idea della formulazione di un alfabeto di immagini che lui chiama Bisogno (tradotto da Il Need), Paura, Energia Errore, Entità Ostile, ecc. Nel 1964, in occasione della mostra presso la galleria Cordier & Ekstrom a New York espone opere che presentano un significativo punto d’arrivo della sua ricerca: frammentazione, disseminazione sulla tela di immagini ridotte a minimi elementi e decentramento concettuale dello spazio.
Dal 1960 inizia a produrre brevi film, tra i quali Il grado zero del paesaggio (1963), Verifica incerta (1964- 1965). Baruchello ha portato l’idea stessa di frammentazione e montaggio nella sua sperimentazione con la pittura, la scultura e le immagini in movimento. Negli stessi anni realizza libri d’artista tra cui La quindicesima riga (righe di testo prelevate da centinaia di libri) e il libro Avventure nell’armadio di plexiglass. Nel 1962 conosce Marcel Duchamp, al quale dedica nel 1985 il volume Why Duchamp, pubblicato da McPherson, New York. Nel 1973 avvia il progetto Agricola Cornelia S.p.A., un esperimento tra arte e agricoltura, che lo impegna per otto anni. Nel 1998 ha istituito, con Carla Subrizi, la Fondazione Baruchello.
Ha più volte partecipato alla Biennale di Venezia (1976-80, 1988-90, 1993, 2013) e a Documenta di Kassel (1977, 2012). Le opere di Baruchello fanno parte di collezioni museali di tutto il mondo: Galleria Nazionale d’Arte Moderna e MAXXI (Roma), MoMA e Guggenheim Museum (New York), Hirshhorn Museum (Washington), Philadelphia Museum of Art (Philadelphia) e anche Barcellona, Monaco, Amburgo, Londra e Parigi.