Pur dipingendo in modo figurativo, Ben Sledsens rappresenta scene che sfiorano l’astrazione: il colore e la luce sono protagonisti tanto quanto le figure stesse.


Con la consueta delicatezza che caratterizza la sua pittura, Yellow Jungle si presenta come una scena onirica, scandita dal gioco degli sguardi divergenti di tre persone. La composizione si concentra su due uomini e una donna, seduti insieme a un tavolino all’aperto con bevande colorate decorate da piccoli ombrellini.

La scena, estiva, emana una calma luminosa, eppure sembra attraversata da una certa incertezza. La composizione richiama le pitture rinascimentali, in cui lo spettatore viene guidato da un punto all’altro del quadro attraverso la posizione e il linguaggio corporeo dei personaggi.


Tra le tre figure vibra una tensione invisibile — forse un conflitto non detto, catturato nella loro immobilità e nei loro sguardi di traverso. O potrebbero essere turbati da qualcosa nascosto nelle profondità della giungla gialla?

Il dubbio si insinua nella scena: c’è forse un altro personaggio tra gli alberi? La donna che guarda verso la giungla ha sentito un rumore? O forse una tigre, come quelle che Le Douanier Rousseau dipingeva nelle sue visioni immaginarie di paesaggi tropicali?


La composizione ci riporta alla realtà grazie a dettagli familiari — le scarpe da ginnastica Adidas a tre strisce, o le eleganti slingback della donna — eppure è tutto trasposto in questo scenario selvaggio e cromaticamente impossibile, inondato da qusto giallo che è al tempo stesso il colore canonico della luce e della gioia, ma anche della cautela e dell’inquietudine...