(Up)Rooted
MASSIMODECARLO è lieta di presentare (Up)Rooted, una mostra personale dell'artista Dominique Fung. La mostra celebra la sua prima personale in Europa. (Up)Rooted allude a un viaggio allegorico in cui conchiglie si trasformano in fiori rigogliosi, figure enigmatiche emergono da rive oscure, rocce scultoree pulsano di vita e l'atmosfera si irradia di un caldo bagliore mielato.
"Le mie idee fluiscono da un dipinto all'altro e da un corpo di opere all'altro, come un lungo viaggio continuo o come una linea temporale", afferma Fung. In effetti, (Up)Rooted si basa su temi e concetti precedentemente esplorati nelle sue installazioni al Rockefeller Center, inaugurate nei mesi scorsi. (Up)Rooted cattura l'essenza del familiare e del surreale, trasmettendo l'universalità delle emozioni umane. Con dipinti e sculture, la mostra incoraggia lo spettatore a immaginare la creazione di un nuovo contesto e di una nuova narrazione visiva, passando senza soluzione di continuità dal vernacolo dell'arte occidentale ai riferimenti culturali e artistici dell'Asia orientale.
La serie di opere presentate ci accompagna in un viaggio attraverso uno spettro di emozioni, passando da un tono più introspettivo e malinconico, che ricorda memorie cupe, a momenti di espressioni radiose e oniriche. Questo viaggio, tuttavia, trascende i confini del tempo e della memoria, conducendoci in un passato ancestrale che ci ha lasciato poche tracce. Fung utilizza coralli, forme marine, conchiglie e acqua come elementi simbolici che ci riportano al primordiale, alle nostre antiche origini.
Accanto alla serie di dipinti, Fung si dedica alla scultura, realizzando opere che assomigliano ad antiche reliquie ispirate alle rocce da letterati, formazioni geologiche dal profondo significato storico. Le rocce da letterati sono spesso definite "ossa della terra" e paragonate alle "radici pietrificate delle nuvole". Non solo rappresentano paesaggi come le montagne, ma incarnano anche la natura stessa. Trasformate in forme intriganti, le rocce da letterati sono state apprezzate fin dall'antichità dall'élite intellettuale cinese come oggetti di contemplazione. Il loro nome originale è gongshi, una parola scritta in cinese utilizzando i caratteri di " adorazione" e "pietra". Le sculture gongshi di Fung sono concepite come entità viventi, impegnate in attività come la pesca, lo sbocciare di fiori e il rifugio di pesci.
Le creazioni di Fung in (Up)Rooted fungono da portali per antichi ricordi e fantasticherie alla deriva. Invitano l'artista a rivisitare le proprie radici, ancorandola a un'epoca, a un'origine geografica e a uno stato emotivo specifici.
Originaria di Ottawa, in Canada, con radici familiari che si estendono da Shanghai, Hong Kong e Kano in Nigeria, Fung spiega: "Il mio retaggio familiare ha questi molteplici strati di disconnessione dovuti alla lingua e alla posizione geografica; siamo alla ricerca della capacità di comunicare e di connetterci l'uno con l'altro. Nella mia pratica artistica, desidero raggiungere quel pezzo mancante, quella storia e quella connessione, e le mie opere incarnano un profondo senso di nostalgia e di distanza".
L'esplorazione di Fung è vasta e spazia dall'acqua ai manufatti delle dinastie Tang e Shang. La sua curiosità la porta anche ad addentrarsi nel mondo degli affreschi di Dunhuang. Attraverso queste molteplici fonti, Fung trova un modo per ricollegarsi a un passato lontano che risiede al di là degli oceani e dei secoli: il suo senso dell'eredità cinese è profondamente influenzato dagli oggetti che ha incontrato sia a casa che durante le visite alla sezione di arte asiatica del Metropolitan Museum of Art di New York. Fung riflette su queste reliquie museali come se fossero simili a lei stessa, allontanate e spesso rimosse dai loro contesti originari da vasti oceani e dal passare del tempo.
In To Walk Towards/Away, Fung trae ispirazione dalla sua recente visita agli Uffizi di Firenze, dove la Primavera di Botticelli le ha lasciato un ricordo profondo. L'artista si è rimasta affascinata dallo stile suggestivo ed enigmatico di Botticelli, che evoca un senso di meraviglia. Sulla tela lucida di Fung, una moltitudine di arti inferiori, piedi e gambe prende vita in un movimento dinamico lungo un litorale ultraterreno. To Walk Towards/Awaymostra una profonda sovversione, in quanto le figure all'interno del dipinto di Fung si mostrano come se stessimo guardando la scena verso l'alto, con la Venere centrale che scende con grazia verso la riva.
In To Leave a Place/Memory, Fung fa riferimento a una xilografia del 1873 che ritrae delle performer femminili di Tianjin, conservata al British Museum. Utilizzando la tela, l'artista reimmagina la scena ricca di azione della xilografia, dove mani e gambe misteriose emergono dallo sfondo. L'opera si inserisce in una ricca tradizione storica in cui le immagini venivano incollate all'inizio di ogni nuovo anno, per poi essere sostituite l'anno successivo quando i colori si sbiadivano, a significare il passaggio del tempo. To Leave a Place/Memory riflette sulla natura transitoria dell'esistenza, evidenziando la sfida emotiva di lasciarsi alle spalle persone, luoghi e cose. L'opera incapsula l'inclinazione umana a raggiungere ricordi fugaci, cercando di afferrarli anche quando lentamente ci sfuggono dalle dita.
Artista
Dominique Fung (nata nel 1987, lavora a New York) è un'artista canadese con radici a Hong Kong e Shanghai. La sua pratica esplora il territorio liminare in cui tradizione, memoria ed eredità si insinuano nella nostra coscienza collettiva. Grazie al suo racconto di storie trascurate o del tutto dimenticate e all'uso di specifici artefatti storici che arricchisce di qualità umane e di complessi percorsi narrativi, l'artista crea un nuovo, più ampio e alternativo spazio di appartenenza.