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State of Affairs

Chris Burden

Date
22.09.2006 | 22.10.2006
Location
Massimo De Carlo, Milano
Le opere di Chris Burden in mostra si tratti di sculture o video affrontano le tematiche del potere e della violenza, argomenti ricorrenti nella sua opera. Negli anni Settanta l'artista ha utilizzato il suo corpo come parte della sua attività artistica concettuale, in una serie di performances in cui centrale era l'idea di pericolo personale come espressione artistica. Da allora il suo lavoro ha investigato le tematiche delle strutture di potere, delle organizzazioni sociali della forza militare, delle strutture architettoniche e, specialmente, dei sistemi tecnologici. Nelle complesse immaginarie installazioni degli ultimi decenni e in alcune recenti sculture riemerge un interesse verso la dinamicità e il potenziale di interrelazione tra l'opera e l'osservatore, creando un motivo di interesse ulteriore verso l'idea di scultura."My work has gone from dealing with personal issues of power to external issues of power"Chris BurdenNato a Boston nel 1946, Chris Burden ha vissuto e lavorato in California per gran parte della sua vita: la sua attività artistica copre un periodo di oltre tre decadi e ha segnato profondamente la scena artistica di Los Angeles. Le sue opere sono state esposte in numerosi musei e gallerie di tutto il mondo. Tra le mostre personali ricordiamo Fourteen Magnolia Doubles alla South London Gallery nel settembre 2006; nel 2005 Bridges and Bullets alla Galleria Krinzinger, Vienna e alla Gagosian Gallery di Beverly Hills, LA. Nello stesso anno ha lavorato con il dipartimento di Ingegneria dell'Università di Southampton per progettare Ghost Ship, una barca fornita di un equipaggiamento tecnologico avanzato che ha navigato senza alcun personale a bordo dall'isola di Fair, in Scozia lungo il fiume Tyne, fino alla città di Newcastle. Tra le più grandi retrospettive del suo percorso artistico ricordiamo Newport Harbour Art Museum nel 1988 e al MAK - Austrian Museum of Applied Arts nel 1996. The Rant, 2006 DVD Durata: 2 minuti "Sono un predicatore della verità. Voglio annunciare al popolo che sento tra noi una forza estranea, una forza che víola il triangolo equilatero. Come voi sapete, il mondo contiene tre forze che formano un triangolo equilatero. Questo triangolo perfetto è composto da cani selvatici, cani domestici e uomini civilizzati. Il pericolo di questa forza estranea, questo Altro, quest'uomo selvaggio, è che può infettare il cane randagio e può renderlo ancora più selvatico. E il cane selvatico può infettare il cane domestico. E il cane domestico può poi infettare l'uomo civilizzato. Il mondo allora può diventare un mondo completamente selvaggio. Come si possono riconoscere gli uomini selvaggi? Dunque: la loro cucina puzza, le loro donne sono laide e sono tutte puttane. In più, i loro soldati corrono e si nascondono come conigli. Ma, ciò che è più importante, è che non hanno accettato in fondo ai loro cuori la bontà del buon Dio. Arrivano come lumache invisibili, e come le invisibili lumache non rallentano mai. Nessuno può mai intendersi con colui che vuole disequilibrare il triangolo perfetto. Uno deve sempre raddoppiare il proprio sforzo per combattere l'Altro. Quest'uomo selvaggio. Questa quarta forza, Quel vecchio stronzo, il diavolo in persona". Beehive Bunker, 2006 Sacchi di cemento, ferro, legno Beehive Bunker consiste in una struttura difensiva in grado di dare riparo e protezione a tre persone in uno scontro armato. Il bunker è di forma conica, ha un peso pari a 15 tonnellate ed è stato realizzato impilando sacchi di una miscela di cemento, Quick Concrete Mix. I sacchi di cemento sono stati disposti a strati alternati e bagnati man mano con un impianto da irrigazione in modo tale da renderli compatti. Una botola al culmine del cono permette l'ingresso nel bunker e le sei feritoie lungo le pareti laterali forniscono dei punti di osservazione. Alla funzione di difesa della costruzione, si aggiunge una forma estetica primordiale, che ricorda la struttura di un alveare, ma anche, paradossalmente, quella di un proiettile. L.A.P.D. Uniforms, 1993Lana, metallo, cuoio, legno, plastica L.A.P.D. sta per Los Angeles Police Department e il lavoro consiste in una edizione di 30 uniformi della polizia di Los Angeles create in collaborazione con il Fabric Workshop Museum di Philadelphia durante la residenza dell'artista nel 1992-1993. Le divise, riproducono nei minimi dettagli le uniformi ufficiali, con distintivi, cinture, manganelli, manette, proiettili e pistole. Viste da una certa distanza, possono sembrare di una dimensione normale ma, a uno sguardo ravvicinato, risultano più grandi di quelle reali. Gold Bullets, 2003 10 proiettili d'oro 22 carati I dieci proiettili in oro 22 carati, risultati dal calco di proiettili veri, sono separati in due categorie, "Roundies" and "Pointies": queste sono suddivisioni fittizie e prendono in considerazione solamente l'aspetto estetico, trasformando delle munizioni in sculture e snaturandone, per quanto possibile, la loro vera funzione. L'oro è un materiale fisicamente più denso del piombo, che viene normalmente utilizzato in produzione, e risulta quindi potenzialmente migliore per un eventuale uso. Ogni proiettile reca sul lato il timbro dei 22 K e la firma dell'artista.

Artista

Chris Burden
Boston, 1946. Lives and works in Topanga Canyon, CA.