Sophie Barber
Sophie Barber
"Forse non è del tutto corretto definire Sophie Barber semplicemente una pittrice. Sì, dipinge, ma c’è molto di più in gioco."
Osservando le sue opere, ci troviamo affascinati davanti a qualcosa che assomiglia più a frammenti raccolti di una memoria poetica, piuttosto che a semplici dipinti in senso stretto. Vivendo e lavorando ad Hastings, nel sud-est dell’Inghilterra, da quasi un decennio Barber registra le sue distillate osservazioni – personali, sociali e storiche – su una serie di tele giocose e irregolari, coperte da oli densi e impastati che cambiano scala all’improvviso, passando dal lillipuziano al brobdingnagiano. Ogni dipinto contiene una vignetta grezza eppure affascinante – un vaso di fiori, un riferimento visivo a un artista ammirato, un richiamo personale a un paesaggio o ad un luogo – accompagnata da un breve testo dipinto a mano che ancora l’immagine al presente poetico dell’artista. Opere precedenti sono spesso caratterizzate dal motivo ricorrente del vaso di fiori, circondato da testi struggenti come: “last night Renoir saved my life from a broken heart” (ieri notte Renoir mi ha salvata dal cuore spezzato), su tele piccole e quasi scultoree, gonfiate sul retro con scarti di altri dipinti. In altri lavori di dimensioni maggiori, un tucano si posa su una mangiatoia accanto alle parole “WOLFGANG LOVES TO LOVE BIRDS” (Wolfgang ama amare gli uccelli), dipinte e cucite sul fondo di una grande tela non intelaiata ma semplicemente inchiodata al muro, mentre un vaso di girasoli galleggia su un campo azzurro pallido sopra la scritta “IN THE AIR TONIGHT”. Che si tratti di evocare un legame personale con l’opera di Auguste Renoir, del fotografo Wolfgang Tillmans o di una sensazione precisa legata a un momento nel tempo, ogni dipinto di Barber crea un frammento di racconto, un accesso ad un ricordo, una sorta di barometro dell’umore emotivo legato ad un luogo e ad un tempo specifici. Nell’insieme, la combinazione profondamente personale di immagine e testo di Barber risponde ad una domanda essenziale: come si può scrivere un’autobiografia sotto forma di poesia concreta e pittorica?
Per la sua presentazione da MASSIMODECARLO Pièce Unique, Barber ha rivolto la sua attenzione pittorica e poetica al tema della connessione e a come oggetti di uso quotidiano possano rappresentare la forza gravitazionale che l’amore genera tra due persone. Let’s Stay Together (2025) presenta una coppia di gigantesche ciliegie rosso fuoco su una lunga tela di tre metri non intelaiata, che ricade sul pavimento. Le ciliegie, ancora collegate dai gambi, proiettano ombre dipinte mentre la tela giace al suolo, e un testo interamente in maiuscolo implora con forza: “LET’S STAY TOGETHER” (restiamo insieme). In quest’opera si crea un incontro perfetto tra la gravità fisica – che trascina la tela verso il basso – e la grazia metaforica dell’attrazione affettuosa tra queste due entità connesse. Come in tutte le opere di Barber, la sua giocosa irriverenza nei confronti dell’aura sacralizzata della tela intelaiata si accorda perfettamente con la sua visione dei legami umani: fragili, precari, ma profondamente sentiti. In un’altra opera, Together again forever at last (2024), due lumache avanzano lentamente su una piccola tela sovraccarica e rudemente intelaiata, incorniciata dal titolo stesso, dipinto a mano. Il passato, il presente e il futuro si fondono in quest’opera, mentre i percorsi delle due creature divergono, si riuniscono, e si proiettano verso un futuro dolcemente atteso. In altri lavori, oggetti disparati diventano personaggi antropomorfi sul palcoscenico di una natura morta, come in It’s Me & You (2025), in cui l’artista fa riferimento ad un’ opera di David Hockney: una bottiglia d’acqua Evian e un vaso di fiori formano una strana coppia – forse amanti, forse amici. La ricerca osservativa ma profondamente personale di Barber – il suo vagare intimo e il desiderio universale di connessione che evoca poeticamente – racconta il suo coinvolgimento empatico con l’essere (insieme) nel mondo. Le due balle di fieno nel piccolo formato Two Needles in Monet’s Haystack (2025) dicono tutto. Riprendendo ironicamente l’ossessiva ripetizione delle balle di fieno di Monet a Giverny – che gli permetteva di rappresentare le variazioni di atmosfera, luce e tempo – Barber allude allo smarrirsi e al ritrovarsi. Nel suo caso, trovare due aghi in due pagliai diventa l’equivalente di una lettera d’amore aperta all’atto dell’esistere e dell’appartenere, conversare e mescolarsi. Passato, presente e futuro si intrecciano nei suoi lavori, mentre le relazioni si trasformano e si evolvono tra momenti di malinconia ed esaltazione. Del resto, come lei stessa ha scritto nella sua poesia pittorica: “together again forever at last” (insieme di nuovo, per sempre, finalmente).
- Testo di Douglas Fogle
Artista
Sophie Barber (1996) vive e lavora ad Hastings, nel Regno Unito. I suoi dipinti sono stati presentati in mostre personali a Los Angeles (Chris Sharp Gallery) e a Londra (Alison Jacques Gallery e Goldsmiths CCA). La sua mostra antologica Mackerel sky, mackerel sky, never long wet, never long dry è attualmente in corso fino al 15 marzo 2026 presso l’Hastings Contemporary, ad Hastings, nel Regno Unito.