Sol LeWitt presented by Rudolf Stingel
Date
27.01.2010 | 11.03.2010
Location
Massimo De Carlo, Milano
Il 27 gennaio la Galleria Massimo De Carlo inaugura Sol LeWitt presented by Rudolf Stingel. L’artista si confronta con uno dei maestri dell’arte minimalista e concettuale, scomparso nel 2007, dando vita ad una retrospettiva che si rivela un omaggio ad uno degli artisti più rappresentativi e influenti del secondo ‘900.
Aprono la mostra due wall drawings che occupano interamente le pareti della prima sala. Wall Drawing #386 consiste in una serie di sette stelle, le cui punte aumentano progressivamente da tre a nove. Il disegno, del 1983, è eseguito con inchiostro di china e sottolinea l’interesse dell’autore per la geometria nelle sue infinite forme. Dai primi anni ’70 Sol LeWitt inizia ad utilizzare gli archi, e l’opera Wall Drawing #546, del 1987, ne è un chiaro esempio: curve nere, di spessore circa 20 centimetri, che partono da un unico centro, si propagano sulla parete bianca, coinvolgono e inglobano angoli e spigoli.Le opere installate nella sala successiva corrispondono a due momenti fondamentali nella carriera di Sol LeWitt. Wall Drawing #137 è stato realizzato nel 1972 direttamente dall’artista (LeWitt era solito affidare l’esecuzione delle sue opere ad un team di assistenti, supervisionando comunque il lavoro in tutte le sue fasi), in occasione dell’edizione di documenta 5. Interrogation of Reality – Picture Worlds Today, sotto la direzione di Harald Szeemann. Una serie di righe orizzontali e verticali segnano due muri opposti: le linee, realizzate a matita, non si toccano. Nel 1984, presso lo Stedelijk Museum di Amsterdam, all’interno della retrospettiva Sol LeWitt Wall Drawings 1968 - 1984, viene presentato Wall Drawing #365: un quadrato diviso in quattro parti uguali, ciascuna con una diversa percentuale di nero, testimonia una nuova fase tecnica in cui Sol LeWitt predilige l’utilizzo dell’inchiostro di china alla matita e al pastello.Nell’ultima sala White styrofoam on a gray wall (two walls). Forme di polistirolo, irregolari e disposte secondo istruzioni ben definite, vengono applicate sul muro in modo tale da lasciare intravedere lo sfondo grigio: l’artista mostra il suo interesse verso strutture geometriche solide, trattandole in maniera scultorea e casuale. L’opera nella sua totalità, in particolare il polistirolo, utilizzato in varie occasioni da Stingel, funge da connessione ideale fra i due artisti, introducendo lo spettatore verso Untitled di Rudolf Stingel, il ritratto di un giovanissimo Sol LeWitt durante la Guerra di Corea (1950-1953). Nella produzione di Rudolf Stingel ritratti e autoritratti ricorrono spesso: sono quadri che riproducono nei minimi dettagli vecchie immagini o fotografie (è recentissima la serie di tele che rappresentano immagini di statue medievali di Santi). Quest’opera – come Alpino, 1976 (2006), un autoritratto che riproduce una foto dell’artista ai tempi del servizio militare – fa idealmente parte di un ciclo di opere più ampio, in progress, in cui sono ritratti alcuni artisti giovanissimi, prima che diventino conosciuti.