Shadowscape
Mark Yang
MASSIMODECARLO è lieta di annunciare la mostra personale dell'artista coreano Mark Yang. Intitolata Shadowscape, la mostra presenta una serie di tele in cui le figure avviluppate di Yang, sono immerse in un'atmosfera notturna.
La notte è il filo conduttore di tutta la mostra, che unisce i dipinti. In alcune opere, la luna è al centro della scena. Ciò che cattura l'interesse dell'artista, tuttavia, non è il simbolismo della luna, ma la sua forma circolare. Yang ammette apertamente la sua predilezione per inserire dei tondi nella sue opere, nascondendoli sottilmente: un capezzolo qui, un dito arrotondato là. Tuttavia, in Shadowscape, Yang abbandona la sottigliezza, disegnando audacemente lune suggestive in rosso o bianco. In questa serie, la presenza lunare crea un'interazione dinamica con le figure intrecciate che popolano le tele. Le lune non diventano solo corpi celesti, ma componenti fondamentali, che esercitano la loro influenza sul paesaggio accuratamente costruito da Yang.
Le figure sono un'amalgama di corpi, però secondo Yang "non sono il mio soggetto". L'artista teme che fissarsi unicamente sulle figure rischi di eclissare la vera essenza dei suoi dipinti. Le sue creazioni si muovono sul filo dell'astrazione, sfidando il fascino convenzionale dell'arte figurativa. I corpi di Yang cessano di essere meri soggetti e si trasformano in modelli intricati, in paesaggi viventi. Invece di ritrarre elementi convenzionali come colline e alberi, l'artista disegna "un corpo con la forma di una montagna". Senza volto e con gli arti, queste figure forgiano il vernacolo artistico di Yang, trascendendo il figurativo per abbracciare il regno dell'astrazione.
Pur non essendo interessato ai soggetti convenzionali e al figurativismo, Yang ha trovato ispirazione nelle composizioni italiane, attratto dalla loro drammaticità, inventiva, dal chiaroscuro e il manierismo. L'incontro trasformativo con i capolavori del Tintoretto durante la sua ultima visita a Venezia nel 2022 ha lasciato in lui un segno indelebile. Da quel momento, Yang si è addentrato nel mondo dei maestri italiani. L'opera intitolata Miracle riflette questa ispirazione, facendo riferimento al Miracolo di San Marco di Tintoretto, una composizione adornata da tinte vivaci e figure statuarie in pose drammatiche. Yang spiega: "Ho attinto a piene mani dall'esperienza compositiva del Tintoretto; invece di zoomare sui corpi, ho scelto di avvicinarmi io". Questo spostamento intenzionale della prospettiva esemplifica il dialogo continuo tra l'artista e i maestri classici italiani.
L'artista divide abilmente le masse di corpi in aree brillanti di rosa, arancione, blu e verde. Disegnando volutamente contorni più scuri o luminosi, Yang crea una delimitazione visiva, come se la luce o l'oscurità spingessero da sotto, evidenziando le complessità degli arti. I colori, per Yang, sono elementi istintivi nella sua pratica artistica. Pur mantenendo una certa uniformità, l'approccio si discosta notevolmente da un dipinto all'altro.
In questo gioco di sfumature e contrasti, Shadowscape di Yang si svela, invitando gli spettatori a immergersi nel fascino misterioso del mondo notturno.