Mimmo Paladino
Mimmo Paladino
“Può l'antico essere dipinto in un'unica immagine? L'antico corre veloce sulla superficie pura delle cattedrali. Ciò che abbaglia resiste all'ingiustizia che misura e governa le tessere del 'realismo'.” - Mimmo Paladino, 2012
MASSIMODECARLO è lieta di annunciare una mostra del Maestro italiano Mimmo Paladino. Questa apertura segna il ritorno di Paladino in Asia dopo la sua prima presentazione alla National Gallery of Fine Arts di Pechino nel 1994. Esattamente tre decenni dopo, Paladino presenta una selezione delle sue opere più recenti nella nostra galleria di Hong Kong.
Paladino, artista poliedrico affascinato dall'antico e dall'ancestrale, trova la sua musa in ciò che definisce la cultura italiana. Quest'ultima ha plasmato la sua pratica artistica: “Vengo da una cultura dell'entroterra, una cultura solida. I contesti costieri sono più tortuosi e ridondanti, pieni di influenze opposte e diverse. Le campagne sono piene di leggende, culti dei morti, streghe e fate, un senso del mistero pagano, sia religioso che spirituale, tipico del sud”.
Nato a Paduli, in Campania, nel 1948, Paladino è un artista che sfugge alle categorizzazioni, ed esplora senza timore diversi medium, sia come maestro incisore e stampatore, sia come fotografo, scultore, pittore, attore e persino regista.
Il primo tra gli artisti contemporanei italiani ad esporre in Cina nel 1994, con le sue maschere e gli elmi di terracotta sullo sfondo storico della Città Proibita e della Grande Muraglia, Paladino torna in Asia con una serie di opere che vanno dal 2022 al 2024. Egli descrive questa mostra come “un esercizio pre-concertistico, suonando su varie tastiere alcuni brani già noti e altri sperimentali, facendo un piccolo, velato omaggio al paese che mi ospita”.
Proseguendo con questa assonanza musicale, Paladino ha creato una serie di opere intitolate Dance Chinoise, titolo che trae ispirazione da Claude Debussy, noto per la sua profonda affinità con la cultura asiatica, nonché dalla Suite 6 dello Schiaccianoci di Tchaikovsky - giustamente chiamata “Danza Cinese”. Per l'artista italiano, tuttavia, i titoli non sono descrittori, ma echi della letteratura che lui stesso consuma, della musica che assorbe e dei miti e del folklore radicati nella sua educazione.
Le opere di Paladino, intrise di richiami all'arte etrusca, egizia e primitiva e reinterpretate attraverso una lente contemporanea, nonché di un'atmosfera animistica scaturita dai suoi viaggi in Brasile, trascendono il realismo. Le sue figure portatrici di simbolismo, sono intrecciate in modo reverenziale con elementi ancestrali e motivi simbolici. Le opere di Paladino emanano una vivacità di forme e colori, evocando ciò che egli descrive come una “archeologia della memoria”, una fusione di passato e presente. Ogni composizione si dispiega con una delicata complessità, ritraendo elementi semplici come volti, croci, mani o rami, ognuno dei quali porta con sé l'essenza eterea della presenza umana.
Nella serie Aurea Aetas, Paladino esplora in un'ottica contemporanea una tradizione pittorica religiosa che risale al XIII e XIV secolo. In quest'epoca pre-prospettica, l'arte sacra assumeva spesso la forma di dipinti su tavola a fondo oro. Tuttavia, piuttosto che resuscitare questa tradizione, Paladino la reinterpreta coraggiosamente attraverso una prospettiva moderna. Su pannelli di legno, imprime teste reiterate e stilizzate, mani isolate e simboli enigmatici, creando un linguaggio visivo che sembra allo stesso tempo universale e profondamente intimo.
Paladino fonde tradizione e ricordi personali, passato e presente. Le sue creazioni si muovono delicatamente tra astrazione e figurazione, traendo ispirazione da rituali arcaici e pratiche alchemiche, per svelare l'essenza dell'esistenza contemporanea.
Artista
Mimmo Paladino (nato a Paduli nel 1948) ha esordito alla fine degli anni Sessanta con un approccio caratterizzato dall'apertura a diversi medium artistici, inizialmente incentrato sulla fotografia e sul disegno, poi ampliato alla performance art e al teatro. Oltre alla pittura, alla stampa e alla scultura, Paladino ha collaborato con importanti designer e architetti come Ettore Sottsass, il Gruppo Memphis, Mario Botta e Renzo Piano.
Paladino ha svolto un ruolo cruciale nel collegare le allegorie che hanno plasmato il Sud Italia con una moltitudine di linguaggi artistici, dando vita a un nuovo approccio eclettico e pionieristico. Negli anni Settanta Paladino ha sfidato il sistema dell'arte d'avanguardia, ampliando le possibilità di espressione artistica attraverso diverse discipline. È stato una figura di spicco del movimento della Transavanguardia teorizzato dal critico d'arte Achille Bonito Oliva, accanto ad artisti come Sandro Chia, Clemente, Cucchi e Nicola De Maria. Negli anni Ottanta Paladino ottiene un riconoscimento internazionale, esponendo in musei ed eventi importanti come la Biennale di Venezia e Documenta.
Negli anni successivi Paladino ha continuato a sperimentare, confrontandosi con gli spazi urbani e creando installazioni di grande impatto. Le sue mostre a Pechino, al Forte Belvedere di Firenze e in altre città europee e americane, insieme a installazioni pubbliche come la “Montagna di sale” a Napoli e la “Montagna blu” a Solopaca in provincia di Benevento, hanno mostrato la grandezza della sua opera e del suo linguaggio artistico.
Le opere di Paladino sono presenti in importanti collezioni pubbliche, tra cui il Los Angeles County Art Museum, il Metropolitan Museum of Art di New York, il Museum of Modern Art di New York, il Solomon R Guggenheim Museum di New York, la Tate di Londra, la Neue Galerie di Berlino, la Australian National Gallery di Canberra, la Gallery of Ontario di Toronto e il Setegaya Museum di Tokyo.