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Kyoko Idetsu

Date
08.07.2025 | 19.07.2025
Galleria
Pièce Unique
File
COMUNICATO STAMPA
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Nel suo saggio del 1863 Il pittore della vita moderna, Charles Baudelaire lanciò un appello agli artisti, esortandoli a distogliere lo sguardo dalle rappresentazioni eroiche dei miti, delle grandi figure e degli eventi storici, e dagli ideali senza tempo, per concentrare invece l’attenzione sulla meraviglia nascosta negli aspetti transitori ed effimeri della vita quotidiana moderna. Durante l’ultimo decennio, la pittrice di Tokyo Kyoko Idetsu ha abilmente modificato l’approccio suggerito da Baudelaire, elaborandone uno basato sull’osservazione del quotidiano, in cui le sue esperienze personali – le minuzie della sua vita quotidiana – diventano i mattoni fondamentali di un approccio pittorico intuitivo e carico di stupore, che deve tanto alle convenzioni storiche della pittura quanto agli elementi narrativi del manga e del cinema.

Il suo stile figurativo, spontaneo e non vincolato sul piano stilistico, le consente di creare superfici dove tempo e spazio si comprimono, mentre stabilisce connessioni tra momenti disparati della sua vita – scene di vita domestica con amici e familiari, episodi di tristezza e gioia, o persino passaggi tratti da libri che sta leggendo. Guardando le sue opere, non sorprende che dipinga nella propria casa suburbana di Tokyo, immersa nel flusso e riflusso della vita familiare e tra i resti sparsi del quotidiano. Se da un lato questo ambiente domestico di produzione è cruciale per comprendere il suo lavoro, nelle mani di Idetsu la pittura diventa decisamente autobiografica, pur rappresentando allo stesso tempo una riflessione più ampia sulle intime complessità della condizione umana.

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L’opera centrale della presentazione di Idetsu per MASSIMODECARLO Pièce Unique è il dipinto Where words fail. 2 (2024). Con un approccio spaziale alla pittura che abbandona la prospettiva tradizionale in favore di un caos piatto e diffuso, Idetsu costruisce in quest’opera un’impalcatura narrativa pittorica composta da oltre cinquanta vignette rettangolari che ricordano le tavole dei fumetti, fungendo allo stesso tempo da blocchi architettonici. Si tratta di episodi espressivi che formano cartelloni pubblicitari o piuttosto di abitazioni? All’interno degli spazi fluttuanti e fantastici di Idetsu, questi elementi individuali, che raffigurano momenti di gioco, tristezza, confusione, curiosità e gioia, assumono una funzione ideogrammatica nella narrazione. Dove le parole falliscono, parlano le immagini. Il suo dipinto Where words fail. 2 invita lo spettatore a costruire un proprio filo narrativo, saltando da una vignetta all’altra, su e giù, attraversando la tela.


Quest’opera di grande formato è accompagnata da un dittico più intimo, intitolato Sisters (2024). Idetsu scrive spesso brevi testi descrittivi per accompagnare i suoi dipinti. Per Sisters ha scritto: “Ho visto due sorelle anziane del quartiere sotto la pioggia battente.” Con un’osservazione lucida ma sorprendentemente struggente, queste due piccole tele consacrano un momento dimenticato di grazia effimera nel fluire della vita dell’artista. Da un dipinto all’altro, percepiamo un leggero spostamento di prospettiva e il passare del tempo in una scena che, altrimenti, potrebbe perdersi nel continuo fluire degli eventi storici che dominano le narrazioni delle nostre vite. Nel mondo di Kyoko Idetsu, questi momenti minori, trascurati e fugaci della vita si espandono in un intero universo emotivo che siamo tutti invitati a condividere.


— Douglas Fogle

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Artista

Kyoko Idetsu

Kyoko Idetsu (nata nel 1986) vive e lavora a Tokyo. I suoi dipinti sono stati esposti in mostre personali presso gallerie di Parigi, Los Angeles e New York. Le sue opere sono state incluse anche in mostre personali e collettive in istituzioni di tutto il mondo, come l’Institut Français di Tokyo, l’Echigo-Tsumari Satoyama Museum of Contemporary Art a Niigata, in Giappone, il Kunstmuseum St. Gallen in Svizzera, il Busan Museum of Contemporary Art a Busan, in Corea del Sud, il Bemis Center for Contemporary Art a Omaha, Nebraska, e il Tokyo Metropolitan Art Museum.