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Inside The Red Window - Confession

Yan Pei-Ming

Date
07.04.2005 | 25.05.2005
Location
Massimo De Carlo, Milano
Yan Pei-Ming presenta quattro grandi tele, tre ritratti e un paesaggio.Nei ritratti, Ming, cerca lo guardo e i contorni di un'umanità; solo un'ipotesi, un punto di vista personale sull'uomo. Non vi è dimensione psicologica o sociale, i ritratti non parlano, s'impongono come denudamenti, nuclei di solitudine. La loro solitudine, come ultima identità, non è una debolezza, bensì diventa una forza, una potenza. Nello spazio della tela, rimane soltanto una presenza, uno sguardo: quello del Papa o di Buddha rivolti su se stessi, quello triste e malinconico della prostituta che guarda lo spettatore mentre offre il suo sesso.I personaggi ritratti, celebri o anonimi, con o senza identità sono immagini di gente piuttosto che copie pedisseque di persone o precise descrizioni di ciò che e visibile. Sono presenze autonome, autentiche, mostrano da una parte le parabole della creazione e dall'altra descrivono l'essere dell'uomo nella sua essenza originale.I paesaggi, che intitola "Paysage International", sono paesaggi dell'anima, non fanno mai riferimento a luoghi e tempi reali e come tutte le sue opere sono l'espressione di un'esperienza condensata della vita e di una maniera esistenziale di guardare il mondo.Nato nel 1960 in Cina, Yan Pei-Ming vive e lavora a Digione in Francia, nel 2003 ha partecipato alla Biennale di Venezia e ha esposto con due mostre personali al Musée des Beaux-Art di Digione e al Musée d'Art et d'Histoire di Ginevra. Anche la Kunsthalle di Mannheim ha ospitato l'anno scorso una sua personale. Recentemente ha preso parte alla mostra inaugurale del Palazzo delle Arti di Napoli "The Giving Person".Mostra curata da Paolo Clerico
Yan Pei-Ming

Yan Pei-Ming è nato a Shanghai nel 1960; vive e lavora tra Digione, Parigi e Shanghai.


Fin dall'inizio della sua carriera Pei-Ming si è distinto per il suo interesse nei confronti della figura umana e della ritrattistica. Si è fatto conoscere a livello internazionale per le sue opere monumentali raffiguranti personaggi storici come Mao Zedong, il Buddha, il Papa e Bruce Lee, esplorando anche temi personali attraverso autoritratti e rappresentazioni della sua famiglia.


L’artista utilizza un pennello lungo e grande come un mocio per creare le sue immagini iconiche, stratificando i colori a olio ancora bagnati, a partire da una tavolozza di colori monocromatici a due toni bianco e nero o rosso e bianco.


Le opere di Yan Pei-Ming sono presenti in collezioni pubbliche e private, tra cui: National Gallery of Australia, Canberra; Heidi Horten Collection; S.M.A.K. Stedelijk Museum voor Actuele Kunst, Gand; Guangdong Museum of Art, Guangzhou; Shanghai Art Museum, Shanghai; Yuz Museum, Shanghai; Centre Pompidou, Parigi; Collection Lambert en Avignon, Avignone; Fondation François Pinault, Parigi; Fondation Louis Vuitton, Parigi; Fonds Régional d'Art Contemporain de Bourgogne, Dijon; Institut d'Art Contemporain, Villeurbanne; Le Consortium, Dijon; Les Abattoirs / FRAC Midi-Pyrénées, Toulouse; Musée d'Art Moderne de la Ville de Paris, Paris; Musée des Beaux-Arts, Dijon; Musée des Beaux-Arts, Rennes; Musée Paul Valéry, Sète; Collection Deutsche Bank, Frankfurt; Kunsthalle Mannheim, Mannheim; Museum Ludwig, Colonia; Banca Popolare di Bergamo, Bergamo; Collezione Fondazione San Patrignano, Rimini; GAMeC - Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea, Bergamo; MAXXI - Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo, Roma; The National Museum of Modern Art, Tokyo; Qatar Museums Authority, Doha; Sonje Museum of Contemporary Art, Kyongju; Wooyang Museum of Contemporary Art, Gyeongju; Centro de Arte Contemporáneo, Málaga; Voorlinden Museum, Wassenaar; Louvre Abu Dhabi Museum, Abu Dhabi; Academy of Arts, Honolulu; Honolulu Museum of Arts, Honolulu; The Hawai'i State Foundation on Culture and the Arts, Honolulu; TIA Collection, Santa Fe.


Le opere di Yan Pei-Ming sono state incluse nella Biennale di Lione (1997, 2000); nella Biennale di Venezia (1995, 2003); nella Biennale di Siviglia (2006); nella Biennale di Istanbul (2007); nella Biennale di Bangkok (2018).

Yan Pei Ming