I'll be your mother and I'll be mine, too
Daisy Parris
Ho scritto delle poesie.
Lo faccio spesso, ma non le condivido spesso. C'è un elemento della poesia che mi riporta alle lezioni di letteratura inglese, quando leggevo i sonetti di Shakespeare e pensavo "che razza di segaiolo" mentre il mio insegnante pontificava sulla bellezza delle sue tecniche linguistiche. Ma poi
Ana da Silva è entrata nella mia vita, e Kathy Acker, e Karen Finley, e Kathleen Hannah, e Travis Alabanza, seguiti a ruota da Michelle Tea e Joelle Taylor, e ho iniziato a pensare che forse le poesie vanno bene.
Allo stesso modo, quando ho parlato per la prima volta con Daisy del suo contesto culturale personale, mi ha detto che l'essere cresciut* in un ambiente saturo di cultura punk ha aperto una porta al fare arte e all'esistere nel "mondo dell'arte", che altrimenti sembrava essere rinchiuso in una torre d'avorio.
Oltre a condividere un'ispirazione personale e un contesto culturale simili, Daisy e io abbiamo visitato spazi psicologici ed emotivi simili, almeno negli ultimi due anni, a quanto pare, sia per circostanze specifiche che per l'ambiente sociologico.
"Credo che siamo in sintonia" mi dice al telefono mentre discutiamo di I’ll be your mother. "Ci siamo sincronizzate!" Rispondo scherzando. --- Anche se è da un po' di tempo che penso profondamente a momenti come questo: tacite connessioni psicologiche, comunità psichiche, la natura fondamentalmente collaborativa delle cose, compresa la sopravvivenza, la rabbia, il dolore, la gioia, il divertimento, l'espressione creativa e la maternità.
Tenendo presente quanto sopra, ecco alcune risposte creative personali, provenienti dal mio instinto, ai suggerimenti scritti nei dipinti di Daisy, in questa mostra, che insieme abbiamo deciso di intitolare "I’ll be your mother and I’ll be mine too".
Non Lasciarmi
Non ti ho lasciato
Non ti lascerò
Lascia che ti abbracci e che ti culli e rimanga mentre respiri
Sarò tua madre
E sarò anche la mia
Lei è qui con noi, non è vero, tu ed io,
io e te?
Non ti ha lasciato e non ti lascerà. Vivrà dentro di me, la attirerò a me.
Mi trasformerò e mi contorcerò e userò il suo shampoo, sono qui.
È tutto ok,
Non ti ha lasciato
Non preoccuparti, tesoro,
Non me ne andrò
Sarò tua madre
Tu sarai sarò anche la mia
Troveremo una soluzione,
tu ed io
io e te
La maternità in particolare, sebbene abbia spesso una definizione particolarmente binaria e di genere, da l’impressione di essere un atto intrinsecamente collaborativo.
Intorno a me/a noi le persone che amo/che amiamo stanno diventando madri, perdono madri, guadagnano madri, si fanno da madre a vicenda. Sorelle-madri, amiche-madri, fratelli-madri, altre-madri, amanti-madri. La maternità non sempre ha l'aspetto che si pensa, ma c'è.
Madre
verbo
1. crescere (un bambino) con cura e affetto.
Maternità
verbo
Accudire o proteggere come una madre.
Sarò tua madre
sostantivo
- Una persona che si occupa di assistenza in un contesto non tradizionale che soddisfa i bisogni che una madre potrebbe soddisfare in modo più classico.
intento
- Presentarsi, incondizionatamente, ascoltare
sentire, prendersi cura di e proteggere con affetto.
Due mamme
Sedute
fianco a fianco,
Prendono i bambini -
Per un'ora, Per il giorno, Per il fine settimana,
Per un viaggio, Per Natale
Non si conoscono
Davvero
Ma comunque, loro
Guidano verso il supermercato,
Con una lista:
*Succo di mela *Skittles *Haribo (quelli piccanti) *Anguria *Clementine *Latte *Banane *Dividere
*Condividere *Pane *Grissino *Baguette *Tenere *Giocare *Fiore *Eggs *Cresccere *Tè *Zucchero *Amore *Caffè *Prendere *Sole D *Noccioline (salate) *Zuppa di Pomodoro
- 20x di Marlborough Gold
(Sì, il cartone del duty free si è finalmente
esaurito, no, non le fumerò davanti ai bambini)
- Il vino francese che abbiamo bevuto a Parigi
Vin la Villageoise (2 se sono ancora in offerta)
Scivolare, lottare, ballare, piangere.
E cantare insieme
Su Missy Elliot
Alla radio