Faces: People and Pandas
Il 19 settembre la galleria Massimo De Carlo inaugura Faces: People and Pandas, la prima mostra
personale di Rob Pruitt negli spazi di via Ventura a Milano.
Mercatini delle pulci stravaganti, una striscia di cocaina lunga 12 metri, panda ricoperti di brillantini,
strutture totemiche di copertoni impilati e riciclati come porta caramelle e sculture di jeans hanno reso
Pruitt uno degli artisti più famosi della scena artistica newyorkese a partire dalla fine degli anni ’90. Il linguaggio di Pruitt si presenta semplice, diretto, minimalista. Materiali, oggetti e strumenti di uso
comune vengono reinterpretati dall’artista con un pungente sense of humor e una beffarda ironia.
L’artista americano realizza per la mostra nuovi face paintings, veloci schizzi di facce su grandi tele
dipinte con smalti gradienti. Uno accanto all’altro nella prima sala della galleria accolgono il visitatore e
mostrano sfacciatamente colori intensi ed espressioni di ogni tipo. Ciascun dipinto, pur nella sua
astrazione ed essenzialità, ritrae un’identità, forse un volto familiare o un ricordo dell’infanzia.
“Amo il minimalismo e amo anche il melodramma. Ecco perché i miei face paintings combinano queste due
passioni. Prima creo uno sfondo con colori gradienti - il colore è uno dei migliori modi per esprimere emozioni –
e poi disegno una faccia. A volte le linee sono regolari e decise, a volte saltano e vacillano. Mi lascio guidare dalle
mie emozioni, che sono in continuo mutamento. Il risultato, che siano semplici linee di una faccia sorridente su
una tinta pastello o un'espressione triste su un range di rossi fiammeggianti, crea una storia, non soltanto un
immagine.”
Una serie di nuove sculture accompagnano nella prima sala i dipinti Pruitt. Sacchetti di carta, raccolti
dall’artista negli Stati Uniti, sono presentati sotto sopra per mostrare l’usanza di stampare il nome del
lavoratore che li ha realizzati sul fondo della busta. Forse è espressione di orgoglio per un’abilità tecnica
o forse un voler dichiarare un’identità responsabile in caso di un incidente, che potrebbe capitare se la
busta è malfatta. Svuotati della loro funzione utilitaristica e posizionati su piccoli parallelepipedi di
marmo, diventano presumibilmente una lapide metaforica del loro passato contenuto.
Concludono la mostra i famosi panda di brillantini. Pruitt rappresenta questo animale solitario,
delicato, da proteggere, come un mosaico o un album di immagini, in cui ciascuna tessera è la
rappresentazione di una singola opera precedentemente realizzata, come fosse la celebrazione
scintillante di un grand finale.
Artista
Rob Pruitt è nato a Washington DC nel 1964 e ha studiato al Corcoran College of Art and Design di Washington DC e alla Parsons School of Design di New York. Vive e lavora a New York.
Dall'inizio degli anni Novanta, le ricerche provocatorie di Rob Pruitt sulla cultura popolare americana hanno assunto diverse forme. Dal celebre Cocaine Buffet (1998) ai ritratti glitterati di panda o alla significativa serie dei Suicide Paintings, le opere di Pruitt sono un'interpretazione surreale e stravagante del mondo pop, uno sguardo caleidoscopico sulla cultura di massa che esplora gli aspetti multipli e i paradossi del nostro tempo.
Nel corso della sua carriera, Rob Pruitt ha approfondito la sua capacità di esprimere idee complesse sulla cultura e sulla società attraverso la reinterpretazione di oggetti e materiali comuni con un grande umorismo e spiccata ironia. Con la serie Mask, l'artista continua a cercare di rappresentare la profondità dell’animo umano e delle emozioni. I gesti facciali sono infatti incisi sulla tela con un rasoio - distruttivi e creativi allo stesso tempo - si combinano in un insieme di sfumature, motivi e stampe per creare un personaggio