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Eclipse

Jennifer Guidi

Date
03.04.2019 | 18.05.2019
File
OTHER

La galleria Massimo De Carlo è lieta di presentare Eclipse, la prima mostra personale di Jennifer Guidi negli spazi di Palazzo Belgioioso a Milano. L’artista americana, attraverso i suoi dipinti, esplora le relazioni tra scienza e misticismo. Le opere di Jennifer Guidi sono create attraverso un procedimento complesso che prevede varie fasi: l’artista applica dapprima uno strato di sabbia alla tela su cui tratteggia e scava motivi geometrici, successivamente ricopre la sabbia con oli di colori intensi, intrecciando diversi livelli dimensionali come fossero onde sinusoidali o minuscole dune di sabbia che si arrampicano sulle sue superfici. La pratica artistica di Jennifer Guidi affonda le sue radici nel modernismo minimalista e nell’astrazione spirituale e riporta alla mente le sottili ripetizioni geometriche di Agnes Martin e le forme e le sfumature di Hilma af Klint: interpretazioni della spiritualità che mettono in connessione la materialità con l’etereo.

Attraverso un processo meditativo l’artista sviluppa sulla tela composizioni di sistemi radiali, dove i punti di partenza generano una forza centrifuga che si diffonde sulla tela nella forma di piccole marcature geometriche; queste solitamente iniziano da sinistra a rappresentare il cuore come fonte di energia e si irradiano in sistemi sferici composti da ovali ellittici - come il sangue che scorre attraverso le vene e le arterie - indicando i punti meridiani. Nella nuova serie di opere presentate nella mostra i segni di pittura irregolari richiamano anche le fasi lunari, come suggerisce il titolo dell’esposizione. La tensione visuale delle tele - che Jennifer Guidi definisce come dei Mandala - è sostenuta da un movimento ampio, attento, quasi senza respiro – un archivio di contrasti gestuali e opposizioni spirituali.

Questa contrapposizione - componente di un dualismo che prevede anche il suo paradossale contrario, il non dualismo - diventa il tema principale della mostra Eclipse. Per creare le opere in mostra Jennifer Guidi si è lasciata ispirare dall’architettura neoclassica di Palazzo Belgioioso, la cui armonia riunisce maestosità nelle proporzioni, grande ricchezza di decorazioni e forme geometriche semplificate secondo i principi della simmetria di Vitruvio: le proporzioni sono idealizzate attraverso firmitas (forza), utilitas (funzionalità) e venustas (bellezza), e dai dettagli delle sale del Palazzo, come gli emblemi araldici e gli affreschi a cui le opere fanno riferimento. Il busto di Venere che si trova sul soffitto della galleria, o la stella a otto punte al centro della sala, che ricorda una bussola mandalica che collega il paradiso alla terra, per esempio, hanno contribuito a indirizzare l’artista verso delicati equilibri, in cui crescita intuitiva, ingegno e indagini esoteriche hanno dato vita a tele ispirate ad archetipi come il serpente e la piramide.

Le grandi tele a forma di serpente sono manifestazioni visive di energia kundalini che si muove attraverso i sette chakra e si irradia illuminando il terzo occhio al centro della fronte del serpente. Nella cosmologia di Eclipse il serpente rappresenta per Jennifer Guidi la rinascita, la trasformazione e l’eterno rinnovarsi della forza; mentre le tele piramidali sono omaggi alle piramidi dell’antico Egitto, ponti triangolari che collegano la vita e la morte e agevolano la navigazione nell’aldilà, visioni neoplatoniche di un ordine mondiale piramidale. Le fasi lunari si chiudono per lasciare spazio a nuove aperture: le eclissi lunari simboleggiano l'oscurità e il nostro essere inconscio, mentre le eclissi solari connotano uno scioglimento di momenti attraverso la pura coscienza.

Attraverso l'uso di elementi iconografici sacri, l’installazione della mostra simboleggia la rotazione del nostro pianeta e dei corpi celesti, celebrando l'alba e il sorgere della luna, le luci e le ombre. L'astronomia, come la geologia, sono tematiche chiave di questa mostra: il dittico di dipinti ispirato uno all’eclisse solare e uno all’eclisse lunare evoca la simultaneità apparente del passaggio del tempo e il fascino illusorio che ne deriva. Le tele triangolari, pervase da un senso di trascendentalismo, creano potenti combinazioni simboliche, e potrebbero attraverso l’alchimia trasformarsi in metalli preziosi.

L’utilizzo del colore da parte dell’artista fa supporre che Jennifer Guidi abbia riletto in chiave contemporanea una Magnum Opus alchemica: l’evocazione di una pietra filosofale attraverso il colore.

Il progetto creativo di Jennifer Guidi vive in parallelo ai dettagli architettonici dell’edificio, creando un’armonia visiva con il romanticismo alchemico post-rinascimentale del diciottesimo secolo, durante la quale furono reinterpretate le filosofie ermetiche e platoniche predilette dall’artista. Negli ambienti culturali dell’epoca esisteva ancora un rispetto di tipo mistico per l’incorporazione di insegnamenti in codice, mentre nel 1787 l’alchimia e la chimica diventano discipline separate, stabilendo così dicotomie false e distruttive tra scienza e spirito, mente e corpo. La trasmutazione, ovvero la ricerca che concerne la reincarnazione e replica di materiali di valore, viene definitivamente dismessa nella sperimentazione scientifica occidentale.

Questi assiomi speculativi, tuttavia, sono solo filtri verosimili per la rappresentazione o sovrapposizione narrativa della mostra. L’astrazione delle opere e le loro superfici opache e pigmentate sono aperte all’interpretazione dello spettatore. Le scaglie di colore spuntano attraverso ampie superfici monocrome, come visioni stratificate che, se sottoposte a raggi X, rivelerebbero riflessioni visive che l'artista sceglie di non rivelarci. Qualsiasi sia il modo in cui lo spettatore decide di interpretare la mostra, il linguaggio di questi quadri, come quello massonico del Palazzo, ci ricorda che la riunificazione dell'etereo con il corporeo è la chiave dorata che apre la porta alla bellezza.

—Trinie Dalton

Jennifer Guidi

Jennifer Guidi è nata a Redondo Beach, California, nel 1972. Vive e lavora a Los Angeles.


Intricati nella loro esecuzione e ambigui nella loro lettura, i dipinti di Jennifer Guidi oscillano attraverso un ampio spettro di associazioni. Partendo da un sottofondo colorato o da lino grezzo, Guidi oscura questo strato iniziale attraverso l'applicazione di una miscela cementizia di sabbia, vernice e polimeri acrilici. Mentre è ancora bagnato, questo esterno sedimentato viene poi accuratamente manipolato da strumenti intagliati a mano, stuzzicato e separato per rivelare lo strato di base sottostante attraverso centinaia di piccole rientranze.


Il suo lavoro promuove le storie moderniste del minimalismo e dell’astrazione spirituale, ricordando forse le sottili ripetizioni geometriche di Agnes Martin o le forme serafiche e le sfumature auratiche di colore di Hilma af Klint: rappresentazioni occulte che collegano la materia terrena all’etere. Il processo meditativo di Guidi di sviluppo di sistemi compositivi radiali, in cui i "punti di partenza" generano una forza centrifuga che crea segni che spesso iniziano leggermente a sinistra per rappresentare il cuore come fonte di energia, manifestano sistemi circolatori sciolti e sferici di ovali ellittici, come il sangue che scorre nelle vene e arterie, fissando i punti dei meridiani.


Il lavoro di Guidi è incluso in importanti collezioni come l'Hammer Museum e la Rubell Family Collection.

Jennifer Guidi Photo by Brica Wilcox